martedì 26 agosto 2008

Nessuna garanzia

Per fortuna anche questa è fatta. Il lungo di 4 ore è alle spalle e posso tirare un bel sospiro di sollievo. Non nascondo che quando devo affrontare siffatti allenamenti la testa incomincia a sentirne il pensiero già diversi giorni prima. Non sono i ritmi a far paura, ovviamente, ma il timore è legato piuttosto al tanto tempo da trascorrere sulle proprie gambe con il rischio di crisi, sofferenze e dolori vari. Per fortuna però stavolta le cose non sono andate così come potevo immaginare. Le sensazioni sono state buone e sono venuti fuori la bellezza di 59,05 km con una media di 4’03”9 al km. Un passaggio alla maratona intorno alle 2h53’30” e soprattutto un passaggio alle 3h30’ più veloce di circa 200 m rispetto al lungo precedente. Rimango quasi stupito dalla condizione che sto riguadagnando. È stato strano, ma piacevole, avere “difficoltà” a correre sciolto nelle prime due ore (la sensazione era di stare correndo a 3’50” mentre l’orologio diceva 4’05”) e successivamente, quanto credevo che sarei entrato in crisi, ho invece incominciato a correre più facile (credevo di correre a 4’05” invece l’orologio diceva 3’50”/3’55”). Inoltre anche la testa ha reagito bene. Non ho avvertito la voglia di chiudere il prima possibile l’allenamento, ma ho corso con tranquillità, senza strafare e cercando le buone sensazioni. Che devo dire? Meglio così, anche se ripeto che all’8 di novembre manca ancora molto, forse troppo e stare bene oggi è positivo, ma non è garanzia di nulla.

lunedì 25 agosto 2008

Il bello dello sport e non solo

Non sono scomparso dalla circolazione, né tanto meno sono andato in vacanza. Ho semplicemente avuto un fine settimana un po’ impegnato e quindi non ho trovato il modo di aggiornare il mio blog. Come vanno gli allenamenti? Diciamo bene, senza troppi alti né bassi, ma comunque in modo soddisfacente. Riuscire a correre con continuità senza troppi problemi e riuscendo a portare a termine i lavori con moderato successo è già un bel risultato. Forse in questo ciò che mi ha dato di più conforto è stato il fatto di seguire quotidianamente le gesta degli atleti alle Olimpiadi, le loro fatiche, i loro successi e le loro sconfitte. Ho seguito con particolare passioni gli impegni a me più vicini, la Maratona e la 50 km di marcia. Due gare strabilianti. La prima per i ritmi con cui è stata corsa e vinta, la seconda non solo per questo ma, anche e soprattutto, perché ha portato alla vittoria uno splendido italiano, Alex Schwazer. La cosa che mi ha impressionato di più è stata la determinazione dell’atleta e la sicurezza che ha mostrato in ogni fase della gara. Il suo successo è stato il successo di chi aveva come unico scopo quello di vincere. Ogni altro risultato sarebbe valso una sconfitta. E la “semplicità” che ha mostrato nel cogliere questo obiettivo è stata sbalorditiva e nello stesso tempo uno splendido esempio da seguire. Mi rendo conto che arrivare a quello stato mentale non è cosa da poco e lo si può fare se si è certi di avere due gambe instancabili, un cuore grande così ed un cervello da utilizzare bene. Cioè se si ha la certezza che madre natura ha regalato a te qualcosa di formidabile e di non comune. Certo avere i mezzi non è tutto, ma è comunque qualcosa di indispensabile soprattutto in determinate discipline. Ma attenzione, non è vero che con la determinazione si riesce comunque ad ottenere qualsiasi obiettivo. Il messaggio che ci lancia la televisione è questo. La storia, per fortuna o purtroppo, la fanno i vincitori e non i vinti. Davanti alle telecamere a raccontare le imprese fatte vanno coloro che portano le medaglie al collo, non quelli che le medaglie le hanno solo potute sognare. Per uno che vince, ce ne sono migliaia che perdono. Colui che vince è stato sicuramente il più bravo, il più forte, il più fortunato, ma non è detto che sia stato il più deciso, che abbia profuso il maggiore impegno o che abbia fatto tutto quello che era nelle sue possibilità. Ma così è ed il bello della vita e dello sport è tutto qui. Tornando ai miei allenamenti ne ho fatti due. Il primo sono state delle salite di 1000 m da ripetere 5 volte con un 3000 finale. Il secondo un fartlek da 120’ corso un minuto forte uno piano. I risultati, soprattutto per il secondo, sono stati buoni. Per quanto riguarda il futuro domani mi aspetta un bel lungo di 4 ore. Per il momento l’unica cosa che posso fare è incrociare le dita.

sabato 16 agosto 2008

Una bella passeggiata di 51,2 km

Ho provato anche a fare la danza della pioggia, ma dal cielo non sono venute giù che poche gocce. Del resto non sono un bravo ballerino e l’addetto alle cattive condizioni meteo non ha voluto esaudire la mia richiesta. In compenso, però, deve aver piovuto altrove e comunque molto vicino alle mie parti. Inoltre il tempo nuvoloso ha favorito lo stabilizzarsi, nella giornata di oggi, di un clima mite e per niente afoso. Questo ha reso più facile ed agevole la mia corsa di 3h30’. Infatti nella giornata odierna questo era quello che prevedeva il programma, un bel lungo da correre a ritmi vicini a quelli di una 100 km. Certo riuscire nell’impresa non era facile, soprattutto riuscire a portare un ritmo così elevato per tutto il tragitto. Ma posso dire di essere comunque soddisfatto in quanto per buona parte dell’allenamento ho portato buone andature. L’aspetto più positivo è che ho corso 51,2 km con un ritmo medio di 4’06”1, mostrando soprattutto nelle prime tre ore una buona freschezza sia mentale che fisica. L’ultima mezzora, è stata di contro, leggermente più difficile. Ma comunque buona ed i ritmi degli ultimi chilometri, a 3’50”/km, lo dimostrano ampiamente. Andiamo avanti così

giovedì 14 agosto 2008

Marco: Atleta "Rock"

La giornata di ieri, dopo l’allenamento progressivo di 15 km, è proseguita per me in un modo davvero particolare e speciale. È capitato qualcosa estremamente piacevole e non così frequente: una bellissima premiazione, riconoscimento per le mie gesta sportive, che ha avuto luogo nell’ambito del Festival musicale “Rock & Blues” organizzato dall’Associazione sublacense “The Band”. Devo per questo dire grazie agli organizzatori, in primis a Dario Scifoni patron della serata, e all’amico (nonché ex sindaco di Subiaco) Franco Lando. Sono stati loro a voler inserire questa iniziativa tra le note delle chitarre rockettare. Insieme a me hanno trovato posto sul palco altri due sportivi sublacensi, il fondista Valerio Checchi e la campionessa di corsa orientamento Maria Novella Sbaraglia. Nei pochi, ma preziosi, minuti che ci sono stati regalati abbiamo parlato del rapporto sport-doping-droga nel mondo giovanile, mettendo in evidenza come lo sport possa e debba essere vissuto dai ragazzi come una scuola di vita ed un’occasione per tirarsi fuori da giri strani, ma che non deve assolutamente condurre all’uso di sostanze dopanti. Il paradosso più brutto è che la pratica sportiva può salvare dal mondo della droga, ma poi portare al doping. Il doping è e rimarrà per sempre l’aspetto più negativo dello sport, una mancanza di rispetto verso il prossimo e soprattutto verso se stessi. L’augurio è che tutti i presenti, genitori e figli, abbiano compreso l’importanza dell’attività fisica come mezzo educativo sia per il fisico che per la mente.

Speriamo che piova...

Proseguono gli allenamenti alla ricerca di una condizione che possa definirsi soddisfacente. Nonostante il caldo continui a farsi sentire e si mostri come un vero rivale da superare e sconfiggere, la mia marcia di avvicinamento al Mondiale di 100 km non vuole arrestarsi. Così nella serata di ieri, nonostante i 30°C e la forte umidità, ho deciso di fare un nuovo allenamento tirato. Le sensazioni del pomeriggio non erano affatto buone, così come la sicurezza di potercela fare. Mi sentivo piuttosto spossato e con le gambe strane. L’allenamento prevedeva una progressione di 15 km da svolgere nel seguente modo: 5 km a 3’45” + 4 km a 3’35” + 3 km a 3’25” + 2 km a 3’15” + 1 km a 3’05”. Credo che vedendo i tempi non possa affatto lamentarmi e l’unico neo negativo possa essere considerato il mille finale in cui non sono riuscito a portare i ritmi prestabiliti. Ma credo anche che questo sia il male minore, partendo dal presupposto che le mie gambe è un po’ di tempo che non riescono a girare quanto si tratta di correre a ritmi piuttosto elevati. Il crono complessivo finale è stato di 52’32” con una media di 3’30”/km. Il prossimo impegno sarà un lungo di 3h30’ da correre a ritmo gara della 100 km o giù di lì. Speriamo che piova…

lunedì 11 agosto 2008

Una bella botta al morale

Dopo l’ultimo lavoro fatto giovedì scorso e le cattive sensazioni vissute, con tanta stanchezza e poco reattività, ho deciso che la cosa migliore da fare fosse anche la più semplice. Inutile continuare ad andare avanti cercando a tutti i costi di forzare un fisico troppo stanco e privo di energie, meglio fermarsi e riposare. Così ho fatto sabato e domenica mattina. Nel pomeriggio, invece, sentendo che qualcosa forse stava cambiando e migliorando ho deciso di provare di nuovo a correre forte e mettere sotto pressione il mio organismo. Un’ora e mezza di fartlek alternando un minuto forte e un minuto piano. Sono partito con un riferimento ben preciso, il fartlek di 75’ fatto poco più di dieci giorni prima e terminato con 20 km ed una media di 3’45”/km. Subito le sensazioni mi sono sembrate migliori, grazie forse anche al clima mitigato dalle piogge del giorno precedente e quindi gradevolmente fresco. I passaggi alla mezz’ora e all’ora di corsa sono stati entrambi positivi ed il finale in crescendo e comunque con l’impressione di non aver speso tutto ed avere ancora qualcosa nelle gambe. Sono venuti fuori 24,5 km ad una media di 3’40”4/km. Davvero niente male e soprattutto una gran bella botta al morale. Ora c’è solo da sperare che i prossimi allenamenti diano simili risultati. Altrimenti…

venerdì 8 agosto 2008

Le Olimpiadi

Oggi è un giorno davvero particolare, almeno per tutti coloro che credono nei valori dello sport e che amano l’attività agonistica. E’ il giorno dell’inaugurazione delle Olimpiadi di Pechino 2008. Di certo un evento così non può passare inosservato. Non voglio però parlare di ciò che rappresentano le Olimpiadi nel mondo moderno, ma di quello che possono rappresentare per uno come me. Quando ho incominciato ha praticare lo sport in maniera più seria, verso i 13 – 14 anni, ho subito iniziato a pensare e credere che la cosa più bella che mi potesse accadere da sportivo fosse quella di poter prendere parte ai Giochi Olimpici. Credo infatti sia fuori discussione che la massima aspirazione per uno sportivo sia quella di poter partecipare almeno una volta nella vita ad una manifestazione di tal genere. Pochi sono però gli eletti ed i fortunati, ancor meno quelli che partecipando hanno la gioia di poter vincere una medaglia, magari d’oro. Il mio sogno, però, man mano che passavano gli anni è andato via via e sempre più svanendo fino a diventare una pura chimera. Oggi la consapevolezza è quella di non poter realizzare questa impresa unica ed esaudire questo sogno. Nonostante tutto non rimane il rammarico, ma solo la certezza di aver provato, almeno in alcuni periodi della mia vita, a fare di tutto per potervi partecipare. Così, in questi giorni, guardando la televisione, oltre l’ammirazione, proverò per gli sportivi partecipanti alle Olimpiadi una grandissima stima perché loro sono riusciti arrivare dove io ho potuto solo sognare.

martedì 5 agosto 2008

Il lungo di 3 ore: una pazzia

Dopo non aver corso domenica perché impossibilitato in quanto impegnato con La Speata, lunedì ho cercato di recuperare i chilometri persi facendo un lungo collinare di 3 ore. Cosciente del fatto che il caldo di questi giorni è davvero eccessivo ho pensato di fare cosa buona rimandando la partenza al pomeriggio inoltrato. Ovviamente per non incappare nella notte non sono potuto partire più in la delle ore 17:45. Il percorso era, soprattutto nella prima parte, estremamente impegnativo e completamente assolato. I punti in cui poter bere e bagnarsi pochi e lontani fra loro. Mi sono reso subito conto che per poter portare a termine il lungo avrei sofferto e non poco. Così infatti è stato. Allo scoccare della seconda ora la fatica è incominciata ad aumentare a dismisura nonostante il ritmo blando e lento. Le poche fontane, benché fossero di acqua freschissima, non erano sufficienti a dissetarmi. Inoltre proprio perché fredde mi hanno accelerato la comparsa dei soliti problemi intestinali di cui soffro nel periodo estivo. La conseguenza sono state diverse soste forzate che mi hanno prodotto ulteriore stanchezza e spossatezza. Arrivare fino a casa, considerando le rampe finali, non è stato facile e comunque alla fine è stata una vera liberazione. Il sole non era più nel cielo ed a farmi compagnia erano le ombre della sera, ma con me viaggiavano anche la stanchezza dei miei muscoli, l’arsura della mia bocca e l’affaticamento dei 39 km percorsi. Il tutto non so se sarà servito ad allenarmi, ma comunque mi ha insegnato che non è consigliabile affrontare tali impegni nel nei mesi estivi con temperature elevate e senza un’assistenza adeguata.

632 + 97 = tanta gioia

E’ trascorsa anche la prima domenica di agosto e con essa, immancabile, La Speata, gara di 12 km che si svolge sulle rampe in salita da Subiaco a Monte Livata. Il mio ruolo è stato di organizzatore, piuttosto che da atleta. Le fatiche simili, ma diverse. Quando si corre il tempo è in cui si è impegnati è di meno, ma lo sforzo più intenso. Quando si organizza lo stress si accumula nei tanti giorni di pre e post gara. Ma la soddisfazione è comunque tanta. Sapere di essere riusciti a portare al traguardo tante persone con pochi (forse nessuno) problemi riempie il cuore di gioia e la soddisfazione che si prova è pari a quando si vince una bella gara o si raggiunge un tempo ambito su una competizione. Alla fine gli arrivati sono stati ben 632. 52 in più dello scorso anno, con un incremento di quasi il 10 %. Considerando che le persone che lavorano attivamente (eccetto il giorno della gara) sono solo 4-5 e che i soldi provenienti da sponsor ed enti sono sempre meno, possiamo ritenerci ampliamente soddisfatti. Soprattutto se si pensa che per “complicarci” la vita, quest’anno, per la prima volta, abbiamo voluto inserire, quasi all’ultimo momento, La mini Speata, gara di 2 km competitiva per le categorie giovanili. I giunti al traguardo hanno sfiorato le 100 unità ed avevano un’età compresa dai 9 mesi del più giovane (accompagnato dalla madre con passeggino) ai 17 anni del più “vecchio”. La speranza è che tra loro ci sia qualcuno propenso a prendere la corsa seriamente ed abbia la passione per continuare a praticare questa splendida disciplina. La certezza è invece di aver mandato un utile messaggio per far capire a tutti (genitori compresi) quanto sia bello e salutare correre e fare sport. L’appuntamento è per il 2009.

venerdì 1 agosto 2008

Il ritorno dal mare

Sono appena tornato da tre giorni di mare. Una vacanza breve per cercare di recuperare un po’ di energie fisiche e mentali in vista degli impegni futuri, non solo sportivi. Innanzitutto di lavoro. Agosto sarà un mese pieno di cose (e case) da fare. Poi organizzativi. Infatti in questo fine settimana sarò preso dall’evento La Speta, gara di 12 km interamente in salita organizzata dalla mia società podistica il Gruppo Marciatori Simbruini Subiaco. Io mi occupo in modo particolare, oltre ad altre cose, della fase di raccolta delle iscrizioni e della consegna dei pettorali. Stare dietro a quasi 800 persone vi posso assicurare che non è cosa da poco. Proverò anche stavolta a fare bene sperando di accontentare tutti e sbagliare il meno possibile. Intanto ieri sera, di rientro dal mare, ho fatto un lavoro specifico consistente in 90’ da correre in 6 blocchi da 15’ l’uno in progressione. Partendo da 4’15”, scendendo di 10” ogni blocco ed arrivando all’ultimo a correre in 3’25”. Le sensazioni non sono state negative, ma c’è ancora molto da lavorare. D’altronde il mondiale è ancora distante. A proposito di Mondiale e di Nazionale, durante questi giorni mi è capitato spesso di pensare a quanto successo a seguito dei miei post sul blog e quali sono state le diverse reazioni. Una cosa è certa, le mie denuncie non serviranno a cambiare le cose. Partendo da questo presupposto mi chiedo se il mio pensiero dovesse rimanere tale o ho fatto bene ad esplicitarlo, renderlo pubblico, portarlo a conoscenza di altri? Ho fatto bene a mettere in evidenza qual è la realtà della nostra nazionale o sarebbe stato meglio “lavare i panni sporchi in casa”? Sicuramente le mie dichiarazioni hanno infastidito qualcuno o quantomeno questo qualcuno non se le sarebbe mai aspettate. Ma ciò che mi preoccupa non è questo. Il pensiero più ricorrente è di non essere stato ben compreso, di non essere stato chiaro e quindi di essere stato travisato il concetto del mio pensare. Aver messo di mezzo il discorso economico non mi ha di certo aiutato, perché è stato poi solo questo ad essere preso in considerazione da chi ha espresso la sua opinione, sia positiva che negativa. Tutto è stato ricondotto a ciò. Ma il fondamento del discorso era legato solo al fatto che abbiamo una classe dirigente che del nostro sport e delle nostre fatiche non sanno nulla e nulla le importa. Che non capiscono i sacrifici che facciamo e quale importanza possiamo avere nel mondo della corsa. Quale volano potremmo essere per il mondo amatoriale e per la crescita di un movimento di ultramaratoneti sempre più attenti e numerosi. Nonostante tutto continuano a trascurarci e pensare ad altro. La nostra atletica è morta da tempo. Andiamo avanti con persone oramai “vecchie”, che hanno da tempo superato i 30 anni. Non ci sono ricambi, ma non si fa nulla per incentivare l’attività giovanile e le attività parallele come l’ultramaratona. I pensieri sono altrove, forse intenti a capire il modo migliore per curare i propri interessi.