giovedì 23 aprile 2009

Confronto

L’immagine sottostante riporta un confronto fra le tre maratone da me disputate, Roma, Russi e Torino. I chilometri sono stati misurati con il mio Garmin Forerunner 405 e quindi non sono coincidenti con quelli posti lungo la strada. Per curiosità alla mezza maratona a Roma sono passato in 1h13’05”, a Russi in 1h12’40” e a Torino in 1h13’35”. Inoltre a Roma ho corso in gruppo fino al 30°esimo chilometro, a Russi in solitudine dall’inizio alla fine e a Torino ho corso da solo dal 25°esimo fino al 35°esimo chilometro. Il tempo a Roma è stato bello, ma c’era vento un po’ freddo, a Russi faceva caldo e tirava vento, soprattutto dal 10° km in poi, a Torino piovigginava e in alcuni punti c’era vento freddo fastidioso. Infine vorrei far notare come secondo il Garmin a Roma il percorso sarebbe stato di 42,821 km, a Russi 42,362 km e a Torino 42,407 km. Un’unica cosa ha accumunato tutte e tre le maratone, la grande fatica durante la gara e la soddisfazione dopo.

martedì 21 aprile 2009

Una bella doccia calda

Ed anche questa è fatta. Tre su tre. Tre maratone in un mese e tutte e tre sotto le 2h30’. Niente male direi, soprattutto se viste nell’ottica dovuta, ossia in prospettiva Passatore. Riepiloghiamo: Roma 2h28’27”, Russi 2h29’59”, Torino 2h29’04”. Domenica scorsa Torino, corsa dall’inizio alla fine sotto una pioggia leggera, ma incessante. Chi mi conosce un pochino sa che non amo correre né con il freddo né con l’acqua e preferisco di gran lunga, almeno per gli allenamenti, utilizzare il caro tapis roulant. A volte mi capita di farne uso anche quando c’è solo la minaccia di minuti piovaschi. Oramai, d’altronde, sto invecchiando e l’umidità mi provoca un fastidio enorme e quindi l’unica soluzione percorribile è davvero questa. Così domenica mattina quando ho aperto la finestra dell’hotel e ho visto il cielo cupo e nero, non l’ho presa benissimo e il pensiero è saltato subito a quello che per me avrebbe rappresentato il momento più entusiasmante dell’intera giornata, la doccia calda subito dopo la gara. È ovvio che correre sotto l’acqua non è stato facilissimo, così come è stato fastidioso avere, in alcuni tratti, il vento freddo contrario che gelava il corpo dalla testa ai piedi. Nonostante ciò, tutto è andato per il meglio e l’obiettivo prefissato nel pre-gara è stato ampiamente centrato. Ora guardo con fiducia al prossimo appuntamento, la Collemar-athon. Certo cercare di fare poker sarà alquanto difficile, visto che il percorso che unisce Barchi a Fano e tutt’altro che facile. Ma per il momento preferisco non pensarci e godermi i risultati ottenuti, così come ho fatto con la doccia calda subito dopo l’ultima maratona.

mercoledì 15 aprile 2009

Una domenica si e una domenica no

Una domenica si e una domenica no. Così potrei riassumere il periodo sportivo che sto attraversando. Tutto è iniziato con la Maratona di Roma, 23esimo assoluto in 2h28’27”, un week end di riposo, la Maratona di Russi, 4° assoluto con 2h29’59”, un bel week end trascorso in Olanda in occasione della Pasqua, domenica prossima la Maratona di Torino, poi un fine settimana all’insegna del mio compleanno ed infine il 3 maggio la bellissima Collemar-athon. Riepilogando: una maratona ogni 15 giorni. Cui prodest? La speranza è che queste gare mi regalino una buona condizione in vista dell’appuntamento più importante della prima parte di stagione, ossia il Passatore. Voglio condurre, infatti, una preparazione diversa dagli altri anni, fatta di gare “corte”, adatte a prendere i ritmi e capaci di produrmi uno stress dovuto al poco recupero tra una competizione e l’altra. Per il momento i risultati sono confortanti, anche se ad essere sinceri a Roma, probabilmente essendo più fresco, ho tenuto meglio la distanza e superato con più facilità la crisi che si è presentata verso il 30esimo chilometro. A Russi non è stato altrettanto, ma ho l’attenuante di aver corso da solo dall’inizio alla fine, in una giornata dal gran caldo e dal fortissimo vento. La speranza è che domenica prossima, a Torino, le condizioni meteo siano migliori e soprattutto che possa avere la possibilità di correre in gruppo, magari come a Roma, in mezzo alle prime donne. Staremo a vedere.

martedì 7 aprile 2009

Nient'altro che il proprio io

Non trovo le parole per commentare tutto quello che è successo in Abruzzo, terra a me tanto vicina eppure così lontana. Assisto sgomento allo spettacolo triste offerto da internet e tv. Le immagini sembrano quelle di una guerra, che porta solo morte e distruzione. Insieme a tanta rabbia e poca fiducia su quello che il futuro riserverà. La mia Subiaco è a pochi chilometri di distanza dall’epicentro del sisma, ma per fortuna non ci sono stati danni a persone o cose. Solo tanta paura e la consapevolezza di essere impotenti di fronte a siffatta potenza della natura. Non si ha l'energia e la voglia per individuare un responsabile diverso, perché forse un responsabile diverso non c’è. Come detto da più parti questo non è il momento delle polemiche, ma c’è bisogno solo di solidarietà e tanta forza di volontà. Bisogna trovare il coraggio di guardare avanti, nonostante tutto. Non è facile, ma non si può fare diversamente. Il processo sarà lungo e la ferita impossibile da rimarginare. Occorreranno pazienza e lacrime, sudore e nostalgia. Solo partendo da qui si potrà cercare una via di uscita, individuare una luce, sognare una speranza. Da parte nostra possiamo fare tanto, inviando ognuno un aiuto economico, magari anche piccolissimo. Non solo servirà fattivamente a ricostruire un territorio, a risollevare un popolo, a rinnovare un futuro, ma servirà anche a non far sentire troppo solo chi oggi non possiede altro che il proprio io.

mercoledì 1 aprile 2009

Uno alla volta

Incomincia a scaldarsi l’aria ed il pensiero vola inevitabilmente ad una primavera, che nonostante tutto, stenta ancora a mostrarsi nel pieno dello splendore. Forse è vero, non esistono più le mezze stagioni e passeremo, così, dal grande freddo ad un tepore troppo umido fino al caldo pre-estivo. Maledette le piogge di questi giorni e quelle che ancora verranno. È tornata l’ora legale e non sarebbe niente male potersi allenare la sera fino a tardi, prima dell’ora di cena. Ma come si fa con questo tempo? Allora bisogna tenersi strette le abitudini portate avanti per tutto l’inverno. Comunque è roba di pochi giorni e poi il sole, sicuramente, tornerà a splendere. Amo il mese di aprile, forse perché ricorre il mio compleanno, ma forse più perché l’aria mite annuncia la spensieratezza dell’estate. Non bisogna accendere più il camino ed il tepore del giorno serve a scaldare la casa anche per la notte. Ed è proprio in questo periodo che il pensiero spesso va a posarsi su quello che per me sarà l’appuntamento probabilmente più importante di questa prima parte di stagione, Il Passatore. Proprio oggi, mentre sistemavo l’aiuola fuori casa con delle luci da giardino, ho ricevuto la gradevole telefonata dell’organizzatore che voleva sapere se sarò presente o meno. Aldilà della risposta, scontata, ed il piacere nel ricevere il contatto, è stato un modo come un altro per rituffarsi in un attimo in un’avventura strepitosa qual è la 100 km che unisce Firenze a Faenza. Non voglio essere presuntuoso, ma personalmente, nonostante i difetti organizzativi, la reputo la gara più bella ed affascinante che abbia mai corso. È un sistema unico per vivere la storia, scrivendola. Non solo per chi vive la gara da protagonista, ma per tutti coloro che anche quest’anno avranno la voglia ed il coraggio di lanciarsi in un’impresa esclusiva come questa. Già fissate le gare che mi condurranno a fine maggio. La prima domenica prossima con la 42 km di Russi, poi la maratona di Torino ed infine la Collemar-athon. Forse inserirò anche altri appuntamenti, ma per il momento preferisco non allargarmi troppo ed aspettare gli eventi, valutando di volta in volta il da farsi.