venerdì 14 marzo 2008

La mia favola

Qualcuno che mi conosce molto molto bene, dopo la Strasimeno, mi ha “accusato” di mostrare, durante le gare, poca cattiveria agonistica, di non essere pronto a superare me stesso per superare l’avversario, di mollare troppo facilmente, di non crederci fino in fondo, di tirarmi indietro quando il gioco si fa più duro ed impegnativo. E’ la verità, senza alcun dubbio. Ma quali sono le cause? Quali le motivazioni? Sono sempre stato così o sto cambiando in questi ultimi anni? In questa settimana post Strasimeno ho avuto modo di riflettere su tutte queste domande ed ho cercato di dargli una risposta. Probabilmente in passato non sono stato così. Intendiamoci non sono stato mai un “cattivo”, ma sicuramente me la prendevo di più per un risultato mancato o per un avversario che mi arrivava davanti. La mia gara assumeva importanza in funzione del cronometro e della posizione in classifica. Attualmente no. Perché? E’ un discorso di maturità od altro? Il passare degli anni ha una qualche incidenza? Sicuramente non conta l’età, tanto meno i tanti anni di sport agonistico. Credo invece che ci sia una motivazione su tutte, vedere l’atletica come una bellissima parte della mia vita, ma comunque come una parte. Sono estremamente impegnato in mille altre cose, in particolare il lavoro. Mi reputo fortunatissimo perché riesco a fare ciò che mi piace togliendomi un’infinità di soddisfazioni. Molte volte preferisco correre un po’ di meno, piuttosto che rinunciare al lavoro. Negli ultimi anni questo aspetto si è andato via via più accentuando e mi ha portato a ridurre drasticamente gli allenamenti, sia qualitativamente che quantitativamente. Mi rendo conto di dover essere comunque contento perché riesco a rimanere a buoni livelli nella corsa nonostante ciò. E paradossalmente proprio ora sto raccogliendo i risultati migliori. La felicità di domenica per il terzo posto è infinita perché so che chi mi è arrivato davanti, ma anche moltissimi di quelli che mi sono arrivati dietro, per raggiungere quell’obiettivo hanno faticato ed investito molto più di me. Ci saranno in futuro momenti diversi? Momenti nei quali l’atletica ritornerà ad essere prioritaria? Non lo so, ma credo di no. Anche perché in questa mia condizione ci sto una favola!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

ciao,sono una ragazza che pensa di avere piu' o meno il tuo stesso problema.nel piccolo delle mie garette non riesco mai a dare il massimo e mettere quel briciolo di cuore in piu' per evitare che il rivale ti superi,anche se ho tutte le carte in regola per farlo.
e'da un po' che mi cimento col trail,ma quest'anno tentero' pure io con le ultra perche' forse l'unica sfida che devo vincere e' con me stessa.
vorrei sapere una cosa,come ti comporti la settimana dopo la gara?io non sono quasi mai a pezzi dopo le maratone(sara' perche' ne faccio una decina all'anno o perche' appunto non riesco mai a dare il massimo)ma devo riposare lo stesso?grazie mille,buonagiornata

Marco D'Innocenti ha detto...

Capire come gestire il dopo maratona non è facile. Dipende molto da quanto tu hai investito in termini di riserve. inoltre sono importanti anche le abitudini. io faccio sempre riposo il lunedì e il martedì e poi rinizio pian piano con 40' il mercoledì. provo ad andare un pò più forte la domenica successiva. ma c'è chi si comporta diversamente. In alcuni casi Giorgio Calcaterra il lunedì effettuava delle ripetute di 1000 metri. Aldilà di tutto, credo che sia buona norma dare la possibilità all'organismo (fisico e mente)di recuperare lo sforzo fatto. Sperando di esserti stata di aiuto, rimango a disposizione per ogni cosa e ti invio un carissimo saluto