
lunedì 29 settembre 2008
Il campione più grande

domenica 28 settembre 2008
Una strana euforia

mercoledì 24 settembre 2008
Con fiducia verso il lunghissimo
Sono passati altri due giorni e quindi al terzo, come da tradizione, mi sono apprestato al lavoro di qualità. Sveglia al mattino presto, colazione abbondante e via, diretti verso il campo di allenamenti, che poi altro non è che una strada secondaria di circa 6 km che mette in collegamento i due paesi di Sambuci e Cerreto Laziale. La comodità sta nel fatto che, nonostante la distanza da casa, è pressoché pianeggiante e soprattutto poco transitata. Passano più pecore che macchine. Comunque sia martedì mattina ho affrontato un lavoro che per le mie caratteristiche è a dir poco massacrante: 1x8000 a 3'15, 8' corsa lenta, poi 12x1000 aumentando 3" al km da 3'40 a 3'07. Sapevo benissimo di non poter correre i primi 8 km a 3’15”/km, ma ci ho provato dando il massimo che poi era la cosa fondamentale. Sono usciti ad un ritmo di gran lunga più blando (3’21”/km), ma non sono stato in grado di fare di più. Poi ho iniziato i mille con il recupero di 200 m da correre in un minuto. All’inizio le gambe andavano da sole, poi però i giochi si sono fatti più difficili. Nonostante tutto sono riuscito a rimanere in tabella fino al quartultimo da correre a 3’16”, poi gli ultimi tre ho un po’ ceduto e li ho chiusi in 3’16”, 3’14” e 3’12”. Alla fine meglio che niente. Sono abbastanza soddisfatto. Adesso guarda al lunghissimo da correre sabato prossimo, ma non ci voglio pensare troppo, visto che di tempo per farlo ne avrò abbastanza mentre lo correrò. Alla prossima.

sabato 20 settembre 2008
Una volta ogni tre giorni
Ogni tre giorni un lavoro di qualità e così oggi mi sono svegliato con il pensiero di dover fare: 7 km a 3'50, 6 km a 3'45, 5 km a 3'40, 4 km a 3'35, 3 km a 3'30, 2 km a 3'25, 1 km a 3'20, per un totale di 28 km. Sapevo bene che sarei andato facile nei primi km, ma avrei faticato, e non poco, sugli ultimi. Per questo motivo, credendo di fare cosa giusta per chi deve affrontare una 100 km come me, ho deciso di aumentare il ritmo di circa 5” nei primi blocchi e resistere il più possibile negli ultimi. Peccato che la stanchezza e la mancanza di capacità a correre a ritmi elevati siano venute fuori proprio nel finale. Non sono riuscito a correre gli ultimi tre km come da programma e mi sono arenato, con grande fatica, al ritmo di 3’30”/km. Cosa dire? Purtroppo va così. Mi impressiona l’idea perché in altri tempi e situazione correre a 3’20”/km era quasi una passeggiata. Ma gli anni passano e le cose cambiano e quindi… ci prendiamo quello che viene, mettendoci sempre però il massimo dell’impegno con la convinzione che si stia provando a fare tutto per il meglio.

mercoledì 17 settembre 2008
Non bene, ma benino
Stamane, come da programma, ho svolto il lavoro di qualità: 26 km facendo 2 km a 3’40” e 1 km a 3’10”. Lavoro per me estremamente difficile non tanto sulla parte dei recuperi, ma sulla quella dei ritmi veloci. In effetti, avendo perso l’abitudine a correre a certe andature, quando aumento i ritmi il mio organismo ne risente e accusa il colpo. Ciò si può vedere sui mille veloci finali, ma anche su alcuni dei recuperi. Nonostante tutto credo di non potermi lamentare. Un altro tassello è stato messo nella marcia di avvicinamento al Mondiale. Inoltre ho con me due “scusanti”: ho corso da solo (di solito ho mio fratello con la bici al fianco) e c’era una forte ventilazione (in qualsiasi direzione corressi sentivo il vento contro). Sabato il prossimo impegno.

martedì 16 settembre 2008
Quale ragione?
Uno sport sul quale investire
Solo un inciso per riportare il resoconto del mio ultimo allenamento: 4x5000 m a 3’25” con un 1000 m di recupero a 4’00”. L’allenamento è andato meglio del previsto e del prevedibile, anche se ho faticato e non poco. Tutto ciò può essere considerata una valida risposta per coloro, per fortuna pochi, che credono che correre una 100 km o preparare un mondiale sia cosa semplice e di poco conto e, per tal motivo, da non considerare uno sport sul quale investire. Un caro saluto

sabato 13 settembre 2008
Tutto tace

Avanti così
Lasciate alle spalle le polemiche di questi giorni, ho ripreso a pensare al Mondiale in funzione allenamenti e preparazione. Ho fatto un lavoro che prevedeva 40x400 m da percorrere uno forte a 3’15”/km (quindi a 1’18”) e uno piano a 3’50”/km (quindi a 1’32”). È andato tutto ok, anzi meglio di quanto mai avessi potuto pensare. Ho patito un po’ le variazioni veloci, non riuscendo sempre a portare i ritmi prestabiliti, ma sono riuscito a recuperare abbondantemente nei tratti “lenti”. Così alla fine sono usciti 16 km in 55’44” con una media di 3’29”/km, contro i 3’32”5 che sarebbe dovuto venire. Meglio così. Domani, invece, mi aspettano 4x5000 m da correre in 3’25”/km con un recupero di un mille a 4’00”, che poi dovrebbe essere il ritmo da tenere al Mondiale. Speriamo bene e soprattutto che non piovi troppo.

martedì 9 settembre 2008
All'amico Marco Boffo
Nel post “Dico la mia, solo la mia” ho avuto modo di dire: “Non voglio però difendere o prendere le posizioni di nessuno”. E così ho fatto o, almeno, lo spero vivamente. Ho cercato di ignorare quanto detto dalle diverse parti per concentrarmi solo ed esclusivamente sulla mia opinione. Ho evitato di intervenire su quanto affermato da Matteo, ma mi sono anche risparmiato nei confronti delle dichiarazioni rilasciate dall’amico Marco Boffo. Poi sono uscito per andare a correre, ma quando sono rientrato a casa ho trovato le chiamate di alcuni fans venuti a sostenermi a Winschoten, tra cui mio fratello Gian Luca, a chiedermi delucidazioni sulla dichiarazione rilasciata da Marco Boffo che riporto per intero: ”1- Per caso eri a Winschoten lo scorso anno al ristoro del 5° km? Lo sai che un gruppo di italiani, facenti parte di un "team privato" del centro italia, ha fatto vergognare gli altri italiani presenti, per aver preso per il culo e sfottuto gli abitanti locali che offrivano biscotti cioccolata e ombrelli per ripararsi dalla pioggia? E che gli altri italiani si sono andati a scusare con gli olandesi per quel comportamento spocchioso e arrogante? Eri li anche tu?”. A questo punto ho deciso di non potermi tirare indietro e, visto che le dichiarazioni non riguardano me ma persone a me care (tanto che sono partite da Subiaco per venire a sostenermi ed incitarmi e rappresentavano tra gli italiani il gruppo più folto) chiedo le dovute spiegazioni a Marco. Ci tengo a precisare che quanto da lui riportato a me non risulta, ma risultano cose ben diverse. Primo fra tutte il fatto che molto probabilmente quelle stesse persone che lui biasima sono le stesse che lo hanno incitato e hanno provveduto al suo ristoro durante tutta la gara. Secondo che sono persone estremamente corrette e non avvezze a tali comportamenti. Terzo che al suo posto non si sarebbero mai permesse di fare simili affermazioni e tirare fuori tali offese, soprattutto PUBBLICAMENTE. Ma è pur vero che io non ero presente allo svolgimento dei fatti e, nonostante la massima fiducia che in loro ripongo, proprio perché non presente e quindi non avendo la possibilità di sapere come siano andate le cose, chiedo a Marco Boffo di fornire PUBBLICAMENTE le dovute spiegazioni di quanto accaduto, facendo, per quanto possibile, di tutto per svelare la verità. Ci tengo a precisare (me ne duole lo confesso ma gli amici sono una delle cose più care a cui tengo) che se ciò non dovesse accadere mi sentirei in dovere di prendere l’accadimento come un’offesa personale, con tutto ciò che questo comporta. In attesa di una risposta, invio a Marco Boffo e a tutti i miei amici un caro saluto
Dico la mia, solo la mia
Non ho ancora una volta la voglia e l’intenzione di scrivere qualcosa, soprattutto perché nel pomeriggio di oggi la mia testa è balzata altrove in posti non vicini e con vicende non bellissime. Per fortuna nulla di grave, ma comunque una preoccupazione in più da portare con me. Inoltre sono reduce da una due giorni a Milano (per cercare di preparare al meglio il Mondiale, spiegherò in un altro post di che cosa si tratta) in cui sono riuscito a dormire poche ore a seguito di aerei con partenze al mattino presto. Nonostante tutto mi trovo nella condizione di dover intervenire. In primo luogo perché parte interessata e chiamata in causa, in secondo luogo perché la vicenda, proprio sul mio blog dal nome “amolacorsa”, sta prendendo vie inaspettate. Non voglio però difendere o prendere le posizioni di nessuno. Vorrei solo richiamare alle regole della buona educazione e della non invasione della libertà altrui. Per il resto l’età ed il senso di responsabilità di ognuno dovrebbero bastare. Voglio, però e soprattutto, di nuovo descrivere quello che è il mio pensiero. Ho già avuto modo di esprimerlo più volte e prima che tutta questa vicenda iniziasse, ossia a fine luglio quando mi arrivò l’annuncio della convocazione al prossimo Mondiale. In quell’occasione il mio risentimento era legato, come del resto lo è ora, alla situazione della Nazionale italiana di 100 km. Una nazionale composta da ragazzi con tanta voglia di sacrificio, capaci di tante rinunce e illuminati da poca gloria e una scarsa importanza che non è solo propria dei famigerati mass media, ma ciò che è grave, dovuta ad una mancanza di attenzione da parte di chi ci dovrebbe tutelare. Da parte cioè di coloro che sono pagati per dirigerci. Ed in questo ci vedo una forte correlazione con il mondo della politica. Parlai di presidenti, segretari e consiglieri, che dismessi i panni degli atleti hanno intrapreso vie più comode per godere di gloria e l’unica cosa che li tocca e di rimanere incollati con i “loro sporchi grassi culi” alle poltrone del potere. Mi chiedo se questa vicenda arriverà mai nelle orecchie del Presidente della Fidal Arese? E se si, si degnerà di entrarvi per capire come stanno effettivamente le cose? Dimostrerà amore per la nostra disciplina ed i nostri sacrifici? Credo di no. Il motivo sta nel fatto che le nostre eventuali medaglie a lui non cambiano nulla. Non può vantarle per ottenere nuovi finanziamenti o per cercare di ricandidarsi. La dimostrazione di ciò è il fatto che si siano candidamente dimenticati di inserirci nel bilancio Fidal. È grave? Credo di si! Siamo una nazionale che non ha potere e mai lo otterrà finché la nostra specialità non sarà diventata sport olimpico. Ma soprattutto perché non siamo considerati una squadra. Vestire la maglia azzurra una volta l’anno non aiuta, come non ci aiuta il praticare uno sport individuale. È il problema annoso dei campionati mondiali di ciclismo. Siamo solo delle persone che praticano la 100 km e quel giorno sono chiamate a combattere insieme. Non potremo mai esserlo finché le cose procedono in questo modo. Personalmente mi lamentai perché ricevetti una mail in cui mi si diceva: “O vieni al raduno di Luco o non prenderai parte al Mondiale”. La cosa non mi sembra giusta. Non mi viene riconosciuto nulla, perché dovrei dare qualcosa in cambio? Nonostante tutto, chiarito “l’equivoco” vi ho partecipato. Ma aldilà del piacere di ritrovarmi con dei cari amici, non credo mi abbia dato molto di più. La colpa sarà la mia, ma questa è la mia impressione. Il mio spirito è lo stesso della settimana scorsa e della prossima. Ho solo scoperto, nelle riunioni fatte, che c’è chi di questa situazione creatasi non ha cura e chi invece la prende di petto. Così come ho scoperto che i nostri amati tecnici hanno l’intenzione di fare “esperimenti” in occasione della gara. Nello specifico hanno intenzione di allontanarci dalle persone care per farci unire di più. Come possono credere che stare lontano da chi ci accompagna nella vita quotidiana possa essere un bene? A Luco dei Marsi, in camera con Andrea Bernabei e Mario Fattore, sono riuscito a dormire un paio d’ore non di più. Non voglio che ciò riaccada al Mondiale. Fatto presente ciò ai tecnici mi è stato risposto: “Vedremo cosa possiamo fare”. A me non interessa nulla del loro pensiero, io la notte prima della gara ho il diritto sacrosanto di dormire non di prestarmi a biechi esperimenti. In queste cose mostrano tutta la loro miopia. Sono persone che dovrebbero fare il nostro bene, non produrre danni e pensieri negativi. Dovrebbero ascoltare le nostre esigenze, non imporre le loro credenze. La mia idea è che senza i dirigenti gli atleti esistono, viceversa senza atleti i dirigenti non sono nulla. Ma ciò non è chiaro. O almeno così sembra. Finché le cose andranno avanti così, non mi sentirò obbligato di dovere garantire nulla a nessuno. Per questo ribadisco di nuovo in questa sede che sarò presente al Mondiale non per onorare la maglia azzurra, ma per provare a dare una gioia a tutte le persone che mi vogliono bene e che credono in me e nei miei sacrifici. Non conterà il risultato, non sarà così importante. Ciò a cui aspiro è una felicità fatta di serenità e di tranquillità con il prossimo e con me stesso. Non devo dimostrare nulla a nessuno, tanto meno a me stesso o alle persone care. Le motivazioni non sono i dirigenti, né la squadra italiana. L’obiettivo è provarci, ancora una volta, con tutto me stesso.
domenica 7 settembre 2008
Dalla parte altrui

giovedì 4 settembre 2008
Vacanze finite

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