martedì 9 settembre 2008
Dico la mia, solo la mia
Non ho ancora una volta la voglia e l’intenzione di scrivere qualcosa, soprattutto perché nel pomeriggio di oggi la mia testa è balzata altrove in posti non vicini e con vicende non bellissime. Per fortuna nulla di grave, ma comunque una preoccupazione in più da portare con me. Inoltre sono reduce da una due giorni a Milano (per cercare di preparare al meglio il Mondiale, spiegherò in un altro post di che cosa si tratta) in cui sono riuscito a dormire poche ore a seguito di aerei con partenze al mattino presto. Nonostante tutto mi trovo nella condizione di dover intervenire. In primo luogo perché parte interessata e chiamata in causa, in secondo luogo perché la vicenda, proprio sul mio blog dal nome “amolacorsa”, sta prendendo vie inaspettate. Non voglio però difendere o prendere le posizioni di nessuno. Vorrei solo richiamare alle regole della buona educazione e della non invasione della libertà altrui. Per il resto l’età ed il senso di responsabilità di ognuno dovrebbero bastare. Voglio, però e soprattutto, di nuovo descrivere quello che è il mio pensiero. Ho già avuto modo di esprimerlo più volte e prima che tutta questa vicenda iniziasse, ossia a fine luglio quando mi arrivò l’annuncio della convocazione al prossimo Mondiale. In quell’occasione il mio risentimento era legato, come del resto lo è ora, alla situazione della Nazionale italiana di 100 km. Una nazionale composta da ragazzi con tanta voglia di sacrificio, capaci di tante rinunce e illuminati da poca gloria e una scarsa importanza che non è solo propria dei famigerati mass media, ma ciò che è grave, dovuta ad una mancanza di attenzione da parte di chi ci dovrebbe tutelare. Da parte cioè di coloro che sono pagati per dirigerci. Ed in questo ci vedo una forte correlazione con il mondo della politica. Parlai di presidenti, segretari e consiglieri, che dismessi i panni degli atleti hanno intrapreso vie più comode per godere di gloria e l’unica cosa che li tocca e di rimanere incollati con i “loro sporchi grassi culi” alle poltrone del potere. Mi chiedo se questa vicenda arriverà mai nelle orecchie del Presidente della Fidal Arese? E se si, si degnerà di entrarvi per capire come stanno effettivamente le cose? Dimostrerà amore per la nostra disciplina ed i nostri sacrifici? Credo di no. Il motivo sta nel fatto che le nostre eventuali medaglie a lui non cambiano nulla. Non può vantarle per ottenere nuovi finanziamenti o per cercare di ricandidarsi. La dimostrazione di ciò è il fatto che si siano candidamente dimenticati di inserirci nel bilancio Fidal. È grave? Credo di si! Siamo una nazionale che non ha potere e mai lo otterrà finché la nostra specialità non sarà diventata sport olimpico. Ma soprattutto perché non siamo considerati una squadra. Vestire la maglia azzurra una volta l’anno non aiuta, come non ci aiuta il praticare uno sport individuale. È il problema annoso dei campionati mondiali di ciclismo. Siamo solo delle persone che praticano la 100 km e quel giorno sono chiamate a combattere insieme. Non potremo mai esserlo finché le cose procedono in questo modo. Personalmente mi lamentai perché ricevetti una mail in cui mi si diceva: “O vieni al raduno di Luco o non prenderai parte al Mondiale”. La cosa non mi sembra giusta. Non mi viene riconosciuto nulla, perché dovrei dare qualcosa in cambio? Nonostante tutto, chiarito “l’equivoco” vi ho partecipato. Ma aldilà del piacere di ritrovarmi con dei cari amici, non credo mi abbia dato molto di più. La colpa sarà la mia, ma questa è la mia impressione. Il mio spirito è lo stesso della settimana scorsa e della prossima. Ho solo scoperto, nelle riunioni fatte, che c’è chi di questa situazione creatasi non ha cura e chi invece la prende di petto. Così come ho scoperto che i nostri amati tecnici hanno l’intenzione di fare “esperimenti” in occasione della gara. Nello specifico hanno intenzione di allontanarci dalle persone care per farci unire di più. Come possono credere che stare lontano da chi ci accompagna nella vita quotidiana possa essere un bene? A Luco dei Marsi, in camera con Andrea Bernabei e Mario Fattore, sono riuscito a dormire un paio d’ore non di più. Non voglio che ciò riaccada al Mondiale. Fatto presente ciò ai tecnici mi è stato risposto: “Vedremo cosa possiamo fare”. A me non interessa nulla del loro pensiero, io la notte prima della gara ho il diritto sacrosanto di dormire non di prestarmi a biechi esperimenti. In queste cose mostrano tutta la loro miopia. Sono persone che dovrebbero fare il nostro bene, non produrre danni e pensieri negativi. Dovrebbero ascoltare le nostre esigenze, non imporre le loro credenze. La mia idea è che senza i dirigenti gli atleti esistono, viceversa senza atleti i dirigenti non sono nulla. Ma ciò non è chiaro. O almeno così sembra. Finché le cose andranno avanti così, non mi sentirò obbligato di dovere garantire nulla a nessuno. Per questo ribadisco di nuovo in questa sede che sarò presente al Mondiale non per onorare la maglia azzurra, ma per provare a dare una gioia a tutte le persone che mi vogliono bene e che credono in me e nei miei sacrifici. Non conterà il risultato, non sarà così importante. Ciò a cui aspiro è una felicità fatta di serenità e di tranquillità con il prossimo e con me stesso. Non devo dimostrare nulla a nessuno, tanto meno a me stesso o alle persone care. Le motivazioni non sono i dirigenti, né la squadra italiana. L’obiettivo è provarci, ancora una volta, con tutto me stesso.
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3 commenti:
Eccomi qua! Non mi voglio tirare indietro soprattutto sperando che questo sia il mio ultimo commento alla vicenda e che da ora in poi si possa parlare solo di corsa.
Parto da Winschoeten; io Marco, non so chi ci fosse in quel rifornimento, a parte la persona che mi passava regolarmente le mie bevande....non so se ci fossero gli accompagnatori tuoi, di Giorgio o di chichessia.
So solo che tra tanti discorsi che si sono fatti nel post gara, "qualcuno" (non faccio nomi perchè non è giusto tirare in ballo persone che non sanno nulla di questa "diatriba" on line) mi ha raccontato di atteggiamenti, come dire, un po' "guasconi", nei confronti degli abitanti del posto che erano lì per offrire prodotti ed "alleviare" l'attesa di tante ore di gara.
Forse era giusto che me ne stessi zitto ma mi sono incattivito immaginando quel Matteo, che, da come parlava, mi sembrava un vostro amico intimo, tra queste persone del 5° km.
Forse mi sono fatto in testa un film più grande di quello che poi è realmente accaduto, forse le persone che mi hanno raccontato gli avvenimenti hanno esagerato scambiando per poca educazione magari un semplice "scherzare" con i locali....non lo so!
So solo che conosco alcuni dei tuoi accompagnatori, in primis la tua ragazza (che era al rifornimento del 10° km) e tuo fratello di cui posso solo che parlare bene, soprattutto per gli incitamenti che mi ha fatto sabato scorso a Luco e alcuni rifornimenti che sono stati molto graditi e provvidenziali.
Di certo non ce lo vedo ad avere atteggiamenti scorretti con persone che non conosce.
Ripeto, qualcosa che è stato percepito da altri come un comportamento poco riguardoso nei confronti di persone del posto, mi è stato di certo riportato; non ne ho le prove perchè non l'ho assistito direttamente e se l'ho tirato fuori è stato solo perchè il primo pensiero è stato dominato dalla rabbia e dal fastidio procurato dalle affermazioni molto pesanti di quel ragazzo di Roma.
Non dovevo e me ne scuso anche perchè non centravano nulla con il contesto del ragionamento che stavo facendo!
La rabbia mi ha portato ad andare oltre.
Dato che per te Marco, il primo pensiero è per i tuoi amici e per i tuoi parenti, chiedo scusa anche a loro se si sono sentiti offesi; di certo non volevo colpirli con gratuite affermazioni; il soggetto del mio sfogo era un altro....forse ha ragione lui....mi esprimo male dato che non capisco la "sottile differenza" tra atleti di livello A e di livello B e gli atleti di fascia A e di fascia B.
Ora il buon matteo dirà che non sono coerente e che mi rimangio le parole....che pensi quello che vuole! Che qualche atteggiamento interpretato male dagli altri italiani e che magari è stato fatto senza cattiveria ci sarà anche stato; io l'ho solo utilizzato, fuori luogo, per esprimere un giudizio su una persona che sono 24 ore che mi massacra senza conoscermi.
Un'ultima cosa a Giorgio: mi ha fatto molto piacere leggere il suo commento e le parole di stima che ha avuto nei miei confronti; lo ripeto, la stima è reciproca...anzi, la mia è immensa; e se mi sono permesso di giudicare certi suoi atteggiamenti, è solo perchè lo vorrei con noi, come un leader dal quale poter imparare e condividere un qualcosa di grande insieme.....e non perchè con lui in squadra forse vinciamo qualche medaglia, le uniche alle quali posso aspirare (come dice Matteo).
Cambia idea Giorgio e vieni a Tarquinia a correre con noi.
Se ti va Marco io sono qui sempre a disposizione! Spero anche di aver chiarito con i tuoi parenti e amici.
Certo, vediamo tante cose in modo differente, ma come dici tu, la libertà sta proprio nel poter esprimersi a piacimento senza però perdere la stima di chi la pensa in modo diverso.
Di più non so che fare!
Un abbraccio, Marco Boffo.
Si, probabilmente lo e
Perche non:)
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