domenica 7 marzo 2010

Non è colpa mia, ma...

Ricapitoliamo un po’ quello che è successo dal ritorno dal Kenia ad oggi. Appena tornato ho continuato ad allenarmi con regolarità, cercando di tenere ben in mente l’obiettivo per questa prima parte di stagione che è e rimane la Maratona di Roma. E’ da ottobre che ho ripreso ad allenarmi due volte al giorno, per almeno 4 o 5 volte alla settimana. Era già da qualche anno che non facevo doppie sedute giornaliere e speravo che questo, unito anche ai due allenamenti di nuoto, mi desse la possibilità di crescere di condizione e sentirmi fisicamente più performante, ottenendo, o almeno aspirando a raggiungere, risultati migliori della scorsa stagione. Ma credo che le cose non vadano mai come si spera o comunque è piuttosto raro e difficile, soprattutto se di mezzo c’è l’atletica leggera. A dimostrazione di ciò c’è da dire che mi sono ritrovato, a partire da metà gennaio, con un dolore costante al gluteo destro, che vaga senza metà e senza sosta e che si presenta, in maniera quasi irrazionale, in punti e momenti diversi, magari mai toccati prima. Non sono un tipo che ama le medicine o “perdere” tempo in cure o fisioterapie, non faccio analisi mediche o esami particolari che individuino in modo, più o meno univoco, la causa del dolore. Vado avanti, per la maggior parte dei casi, e comunque quando possibile, senza fermarmi, con la speranza che la guarigione arrivi presto e che il male, così come arrivato, se ne torni via. Fatto sta ci sto convivendo già da un po’ e per fare questo devo limitarmi nei lavori di qualità, in realtà già pochi, o soffrire durante gli allenamenti. Come test della mia condizione ho comunque deciso di correre la Roma-Ostia, mezza maratona che unisce la capitale al suo mare percorrendo tutta la via Cristoforo Colombo. Grande successo di partecipanti e questo a testimonianza della bontà della gara. Il mio risultato, così come quello di altri, non è stato positivo, complice un forte vento di scirocco che ha messo in difficoltà gran parte degli atleti. Ma per quanto riguarda me c’è da aggiungere una giornata storta e una condizione non buona dovuta ad un forte raffreddore rimediato nei giorni precedenti. Il crono 1h12’25”, un minuto più del 2009. Nei giorni successivi grande difficoltà nel recupero e dolore diffuso su tutto il corpo. Poi, in questo fine settimana, il lungo necessario per arrivare a Roma con la convinzione mentale di poter correre 42,195 km di seguito. 35 km così organizzati: 5 km di riscaldamento + 5x(3 km a 3’25” + 1 km a 4’15” + 1km a 3’25” + 1 km a 4’15”), con un crono finale di 2h11’30”, comprese le tre soste fatte per bere. Media di circa 3’45” al chilometro. Cosa dire, oltre al fatto che ho sofferto molto per il dolore alla gamba, ma questo era scontato, posso solo aggiungere che la condizione non è buona e che l’obiettivo per la maratona di Roma è quello di correre intorno alle 2h28’, ricalcando il tempo dello scorso anno. “Non è colpa mia, è il mio fisico a non essere più quello di una volta”.

1 commento:

Frate_tack ha detto...

E'èèèè "veccio mio" il calendario va avanti anche per te, mica solo per noi poveri umani :-) Comunque coraggio, e un giro di massaggi alla "chiappa". Sarà una piccola contrattura, c'ho convissuto per un paio di mesi anche io tempo fà.
Ci si incrocia a Roma, io avro il palloincino delle 3 ore, la condizione non è ancora al massimo, perciò ci si "limita" ad aiutare gli altri! Sum sum vitae!