mercoledì 31 dicembre 2008
martedì 30 dicembre 2008
Una giornata SERENA


mercoledì 17 dicembre 2008
La gara, solo un dettaglio...

martedì 2 dicembre 2008
I miei progetti (strutturali)
Non sempre traspare da ciò che racconto sul mio blog, ma, come è facile ed intuibile pensare, anche io ho un lavoro da portare avanti al quale dedico gran parte del mio tempo quotidiano. Ed a questo elemento, nonostante la sua importanza, non riesco ad offrire, o non credo opportuno farlo, parte del mio scritto. Forse perché immagino che ciò che può destare più interesse, e quindi degno di nota, sia solo quello che è prettamente legato al mondo della corsa. In effetti il mio sito ha un nome eloquente come “amolacorsa.it”, ma è pur vero che già sulla homepage contiene espliciti riferimenti a quella che è la mia attività lavorativa. Partendo da queste considerazioni ho deciso di aggiornare la pagina dei Progetti (cosa che non facevo oramai da troppo tempo) con la gran parte delle progettazioni strutturali che ho realizzato in questi miei anni di professione di Ingegnere Edile. E per far ciò mi sono avvalso di un “software” che rende la consultazione più gradevole, un software che realizza una sorta di libro da sfogliare in tutta tranquillità. Spero che tutto ciò possa destare un minimo di curiosità, anche e soprattutto, tra coloro che abitualmente frequentano questo sito-blog per seguire le mia gesta sportive. La speranza è comunque quella di lasciare un segno tangibile del mio operato e di renderne partecipe chiunque abbia voglia di dedicarmi un po’ di attenzione. Sarebbe bello far emergere un messaggio su tutti, quello a cui sono più legato e che sembra venga assorbito con difficoltà dai ragazzi e, tante volte, dai loro genitori: si può fare sport a buon livello senza trascurare la scuola, portando avanti le due cose senza che queste si ostacolino fra di loro, anzi semmai aiutandosi reciprocamente. Grazie.
lunedì 1 dicembre 2008
10.000 volte grazie!!!

giovedì 20 novembre 2008
La mia nuova Stihl 250

domenica 16 novembre 2008
La corsa, solo un bel gioco

sabato 15 novembre 2008
Limerick di Pierluigi Rinaldi

che si merita i miei complimenti:
per chilometri cento
è andato come il vento...
il mio record è stato metri venti!
Cos'è il LIMERICK? Il limerick è un breve componimento in poesia, tipico della lingua inglese, dalle ferree regole (nonostante le infinite eccezioni), di contenuto puntualmente nonsense e preferibilmente licenzioso, che ha generalmente il proposito di far ridere o quantomeno sorridere. Un limerick è sempre composto di 5 versi, di cui i primi due e l'ultimo, rimati tra loro, contengono tre piedi e dunque tre accenti ("stress"), il terzo e il quarto, a loro volta rimati tra loro, ne contengono solo due. Le rime seguono dunque lo schema AABBA. Nel limerick più comune il primo verso deve sempre contenere il protagonista, un aggettivo per lui qualificante e il luogo geografico dove si svolge l'azione, mentre i restanti versi sintetizzeranno l'aneddoto e nell'ultimo verso (solitamente) viene richiamato il protagonista, magari definendolo meglio.
venerdì 14 novembre 2008
Con un pò di nostalgia
martedì 11 novembre 2008
Il futuro, un mio alleato

lunedì 10 novembre 2008
Grazie

"Al mio campione..." di Serena

Le mie parole sono rare in questo spazio, anche se conosco ogni tua riga e leggo con partecipazione ogni commento, evito di intervenire perché ho la fortuna di averti accanto e di condividere con te ogni piccolo e grande momento di questa faticosa ed entusiasmante corsa che è la vita. Ma la voglia di scrivere è troppa e non voglio aspettare questa sera per confidarti i miei pensieri e poi ho qualche sassolino nelle scarpe…
Uno piuttosto fastidioso è di chi non sa nulla della corsa e dello sport e, dall’alto della sua ignoranza spara a zero con un suo “Bhe… avresti potuto fare di più!” . Ma quando si confonde lo sport con lo zapping televisivo, quando la noia e l’idiozia banchettano allegramente nella mente, quando lo sproposito è l’unico modo per esprimersi, è facile dire cavolate!
Altri sassolini, che mi porto dietro ormai da più tempo e fanno meno male perché ormai si è fatto il callo, è di chi, in questa lunga preparazione per il mondiale, ti ha creato solo nervosismi e ansie che ho cercato invano di sedare convogliandoti su altri pensieri, su altri umori, ma che ora con fermezza voglio contrastare. Che la tua dirompente gioia della vittoria spenga nel silenzio tutte le parole tirate in aria, senza cognizione, da quelli che avrebbero dovuto starti vicino e che un velo di vergogna chiuda le loro sciocche pretese, i loro ingenui obblighi.
Ma ora basta spendere parole per gli altri! Mio dolce campione, chiudi gli occhi e ascolta la tua gara … ha mille voci, le senti? Voci che raccontano infinite sensazioni ed emozioni diverse, attraverso le parole, le foto ma anche attraverso gli sguardi e i sorrisi. C’è la tua voce, quella dei tuoi cari amici, dei tuoi angeli custodi, dei tuoi avversari, di chi ti stima, di chi conosce la cento e sa cosa hai compiuto; di chi ti ama e corre con te, metro dopo metro. Fanno una ricca eco nel tuo cuore che si amplifica e rinforza nelle tue emozioni, che pulsa nelle tue vene e ti scorre in tutto il corpo a ricordarti che: un sogno non si può abbandonare solo perché è difficile, ci fa soffrire o peggio ci fa paura sognarlo … grazie per avermi dimostrato che è così, continua a sognare mio dolce campione e che io possa avere sempre la fortuna di condividere i tuoi sogni…
Tua, Serena
domenica 9 novembre 2008
venerdì 7 novembre 2008
giovedì 6 novembre 2008
Il regalo più bello

sabato 1 novembre 2008
I miei angeli custodi
mercoledì 29 ottobre 2008
Le 3 P
martedì 28 ottobre 2008
Sono tornato, ma senza i leocorni!

martedì 7 ottobre 2008
Continua la ricerca dei due leocorni...
lunedì 6 ottobre 2008
“…solo non si vedono i due leocorni”

mercoledì 1 ottobre 2008
Non c'è due senza tre
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lunedì 29 settembre 2008
Il campione più grande

domenica 28 settembre 2008
Una strana euforia

mercoledì 24 settembre 2008
Con fiducia verso il lunghissimo
Sono passati altri due giorni e quindi al terzo, come da tradizione, mi sono apprestato al lavoro di qualità. Sveglia al mattino presto, colazione abbondante e via, diretti verso il campo di allenamenti, che poi altro non è che una strada secondaria di circa 6 km che mette in collegamento i due paesi di Sambuci e Cerreto Laziale. La comodità sta nel fatto che, nonostante la distanza da casa, è pressoché pianeggiante e soprattutto poco transitata. Passano più pecore che macchine. Comunque sia martedì mattina ho affrontato un lavoro che per le mie caratteristiche è a dir poco massacrante: 1x8000 a 3'15, 8' corsa lenta, poi 12x1000 aumentando 3" al km da 3'40 a 3'07. Sapevo benissimo di non poter correre i primi 8 km a 3’15”/km, ma ci ho provato dando il massimo che poi era la cosa fondamentale. Sono usciti ad un ritmo di gran lunga più blando (3’21”/km), ma non sono stato in grado di fare di più. Poi ho iniziato i mille con il recupero di 200 m da correre in un minuto. All’inizio le gambe andavano da sole, poi però i giochi si sono fatti più difficili. Nonostante tutto sono riuscito a rimanere in tabella fino al quartultimo da correre a 3’16”, poi gli ultimi tre ho un po’ ceduto e li ho chiusi in 3’16”, 3’14” e 3’12”. Alla fine meglio che niente. Sono abbastanza soddisfatto. Adesso guarda al lunghissimo da correre sabato prossimo, ma non ci voglio pensare troppo, visto che di tempo per farlo ne avrò abbastanza mentre lo correrò. Alla prossima.

sabato 20 settembre 2008
Una volta ogni tre giorni
Ogni tre giorni un lavoro di qualità e così oggi mi sono svegliato con il pensiero di dover fare: 7 km a 3'50, 6 km a 3'45, 5 km a 3'40, 4 km a 3'35, 3 km a 3'30, 2 km a 3'25, 1 km a 3'20, per un totale di 28 km. Sapevo bene che sarei andato facile nei primi km, ma avrei faticato, e non poco, sugli ultimi. Per questo motivo, credendo di fare cosa giusta per chi deve affrontare una 100 km come me, ho deciso di aumentare il ritmo di circa 5” nei primi blocchi e resistere il più possibile negli ultimi. Peccato che la stanchezza e la mancanza di capacità a correre a ritmi elevati siano venute fuori proprio nel finale. Non sono riuscito a correre gli ultimi tre km come da programma e mi sono arenato, con grande fatica, al ritmo di 3’30”/km. Cosa dire? Purtroppo va così. Mi impressiona l’idea perché in altri tempi e situazione correre a 3’20”/km era quasi una passeggiata. Ma gli anni passano e le cose cambiano e quindi… ci prendiamo quello che viene, mettendoci sempre però il massimo dell’impegno con la convinzione che si stia provando a fare tutto per il meglio.

mercoledì 17 settembre 2008
Non bene, ma benino
Stamane, come da programma, ho svolto il lavoro di qualità: 26 km facendo 2 km a 3’40” e 1 km a 3’10”. Lavoro per me estremamente difficile non tanto sulla parte dei recuperi, ma sulla quella dei ritmi veloci. In effetti, avendo perso l’abitudine a correre a certe andature, quando aumento i ritmi il mio organismo ne risente e accusa il colpo. Ciò si può vedere sui mille veloci finali, ma anche su alcuni dei recuperi. Nonostante tutto credo di non potermi lamentare. Un altro tassello è stato messo nella marcia di avvicinamento al Mondiale. Inoltre ho con me due “scusanti”: ho corso da solo (di solito ho mio fratello con la bici al fianco) e c’era una forte ventilazione (in qualsiasi direzione corressi sentivo il vento contro). Sabato il prossimo impegno.

martedì 16 settembre 2008
Quale ragione?
Uno sport sul quale investire
Solo un inciso per riportare il resoconto del mio ultimo allenamento: 4x5000 m a 3’25” con un 1000 m di recupero a 4’00”. L’allenamento è andato meglio del previsto e del prevedibile, anche se ho faticato e non poco. Tutto ciò può essere considerata una valida risposta per coloro, per fortuna pochi, che credono che correre una 100 km o preparare un mondiale sia cosa semplice e di poco conto e, per tal motivo, da non considerare uno sport sul quale investire. Un caro saluto

sabato 13 settembre 2008
Tutto tace

Avanti così
Lasciate alle spalle le polemiche di questi giorni, ho ripreso a pensare al Mondiale in funzione allenamenti e preparazione. Ho fatto un lavoro che prevedeva 40x400 m da percorrere uno forte a 3’15”/km (quindi a 1’18”) e uno piano a 3’50”/km (quindi a 1’32”). È andato tutto ok, anzi meglio di quanto mai avessi potuto pensare. Ho patito un po’ le variazioni veloci, non riuscendo sempre a portare i ritmi prestabiliti, ma sono riuscito a recuperare abbondantemente nei tratti “lenti”. Così alla fine sono usciti 16 km in 55’44” con una media di 3’29”/km, contro i 3’32”5 che sarebbe dovuto venire. Meglio così. Domani, invece, mi aspettano 4x5000 m da correre in 3’25”/km con un recupero di un mille a 4’00”, che poi dovrebbe essere il ritmo da tenere al Mondiale. Speriamo bene e soprattutto che non piovi troppo.

martedì 9 settembre 2008
All'amico Marco Boffo
Nel post “Dico la mia, solo la mia” ho avuto modo di dire: “Non voglio però difendere o prendere le posizioni di nessuno”. E così ho fatto o, almeno, lo spero vivamente. Ho cercato di ignorare quanto detto dalle diverse parti per concentrarmi solo ed esclusivamente sulla mia opinione. Ho evitato di intervenire su quanto affermato da Matteo, ma mi sono anche risparmiato nei confronti delle dichiarazioni rilasciate dall’amico Marco Boffo. Poi sono uscito per andare a correre, ma quando sono rientrato a casa ho trovato le chiamate di alcuni fans venuti a sostenermi a Winschoten, tra cui mio fratello Gian Luca, a chiedermi delucidazioni sulla dichiarazione rilasciata da Marco Boffo che riporto per intero: ”1- Per caso eri a Winschoten lo scorso anno al ristoro del 5° km? Lo sai che un gruppo di italiani, facenti parte di un "team privato" del centro italia, ha fatto vergognare gli altri italiani presenti, per aver preso per il culo e sfottuto gli abitanti locali che offrivano biscotti cioccolata e ombrelli per ripararsi dalla pioggia? E che gli altri italiani si sono andati a scusare con gli olandesi per quel comportamento spocchioso e arrogante? Eri li anche tu?”. A questo punto ho deciso di non potermi tirare indietro e, visto che le dichiarazioni non riguardano me ma persone a me care (tanto che sono partite da Subiaco per venire a sostenermi ed incitarmi e rappresentavano tra gli italiani il gruppo più folto) chiedo le dovute spiegazioni a Marco. Ci tengo a precisare che quanto da lui riportato a me non risulta, ma risultano cose ben diverse. Primo fra tutte il fatto che molto probabilmente quelle stesse persone che lui biasima sono le stesse che lo hanno incitato e hanno provveduto al suo ristoro durante tutta la gara. Secondo che sono persone estremamente corrette e non avvezze a tali comportamenti. Terzo che al suo posto non si sarebbero mai permesse di fare simili affermazioni e tirare fuori tali offese, soprattutto PUBBLICAMENTE. Ma è pur vero che io non ero presente allo svolgimento dei fatti e, nonostante la massima fiducia che in loro ripongo, proprio perché non presente e quindi non avendo la possibilità di sapere come siano andate le cose, chiedo a Marco Boffo di fornire PUBBLICAMENTE le dovute spiegazioni di quanto accaduto, facendo, per quanto possibile, di tutto per svelare la verità. Ci tengo a precisare (me ne duole lo confesso ma gli amici sono una delle cose più care a cui tengo) che se ciò non dovesse accadere mi sentirei in dovere di prendere l’accadimento come un’offesa personale, con tutto ciò che questo comporta. In attesa di una risposta, invio a Marco Boffo e a tutti i miei amici un caro saluto
Dico la mia, solo la mia
Non ho ancora una volta la voglia e l’intenzione di scrivere qualcosa, soprattutto perché nel pomeriggio di oggi la mia testa è balzata altrove in posti non vicini e con vicende non bellissime. Per fortuna nulla di grave, ma comunque una preoccupazione in più da portare con me. Inoltre sono reduce da una due giorni a Milano (per cercare di preparare al meglio il Mondiale, spiegherò in un altro post di che cosa si tratta) in cui sono riuscito a dormire poche ore a seguito di aerei con partenze al mattino presto. Nonostante tutto mi trovo nella condizione di dover intervenire. In primo luogo perché parte interessata e chiamata in causa, in secondo luogo perché la vicenda, proprio sul mio blog dal nome “amolacorsa”, sta prendendo vie inaspettate. Non voglio però difendere o prendere le posizioni di nessuno. Vorrei solo richiamare alle regole della buona educazione e della non invasione della libertà altrui. Per il resto l’età ed il senso di responsabilità di ognuno dovrebbero bastare. Voglio, però e soprattutto, di nuovo descrivere quello che è il mio pensiero. Ho già avuto modo di esprimerlo più volte e prima che tutta questa vicenda iniziasse, ossia a fine luglio quando mi arrivò l’annuncio della convocazione al prossimo Mondiale. In quell’occasione il mio risentimento era legato, come del resto lo è ora, alla situazione della Nazionale italiana di 100 km. Una nazionale composta da ragazzi con tanta voglia di sacrificio, capaci di tante rinunce e illuminati da poca gloria e una scarsa importanza che non è solo propria dei famigerati mass media, ma ciò che è grave, dovuta ad una mancanza di attenzione da parte di chi ci dovrebbe tutelare. Da parte cioè di coloro che sono pagati per dirigerci. Ed in questo ci vedo una forte correlazione con il mondo della politica. Parlai di presidenti, segretari e consiglieri, che dismessi i panni degli atleti hanno intrapreso vie più comode per godere di gloria e l’unica cosa che li tocca e di rimanere incollati con i “loro sporchi grassi culi” alle poltrone del potere. Mi chiedo se questa vicenda arriverà mai nelle orecchie del Presidente della Fidal Arese? E se si, si degnerà di entrarvi per capire come stanno effettivamente le cose? Dimostrerà amore per la nostra disciplina ed i nostri sacrifici? Credo di no. Il motivo sta nel fatto che le nostre eventuali medaglie a lui non cambiano nulla. Non può vantarle per ottenere nuovi finanziamenti o per cercare di ricandidarsi. La dimostrazione di ciò è il fatto che si siano candidamente dimenticati di inserirci nel bilancio Fidal. È grave? Credo di si! Siamo una nazionale che non ha potere e mai lo otterrà finché la nostra specialità non sarà diventata sport olimpico. Ma soprattutto perché non siamo considerati una squadra. Vestire la maglia azzurra una volta l’anno non aiuta, come non ci aiuta il praticare uno sport individuale. È il problema annoso dei campionati mondiali di ciclismo. Siamo solo delle persone che praticano la 100 km e quel giorno sono chiamate a combattere insieme. Non potremo mai esserlo finché le cose procedono in questo modo. Personalmente mi lamentai perché ricevetti una mail in cui mi si diceva: “O vieni al raduno di Luco o non prenderai parte al Mondiale”. La cosa non mi sembra giusta. Non mi viene riconosciuto nulla, perché dovrei dare qualcosa in cambio? Nonostante tutto, chiarito “l’equivoco” vi ho partecipato. Ma aldilà del piacere di ritrovarmi con dei cari amici, non credo mi abbia dato molto di più. La colpa sarà la mia, ma questa è la mia impressione. Il mio spirito è lo stesso della settimana scorsa e della prossima. Ho solo scoperto, nelle riunioni fatte, che c’è chi di questa situazione creatasi non ha cura e chi invece la prende di petto. Così come ho scoperto che i nostri amati tecnici hanno l’intenzione di fare “esperimenti” in occasione della gara. Nello specifico hanno intenzione di allontanarci dalle persone care per farci unire di più. Come possono credere che stare lontano da chi ci accompagna nella vita quotidiana possa essere un bene? A Luco dei Marsi, in camera con Andrea Bernabei e Mario Fattore, sono riuscito a dormire un paio d’ore non di più. Non voglio che ciò riaccada al Mondiale. Fatto presente ciò ai tecnici mi è stato risposto: “Vedremo cosa possiamo fare”. A me non interessa nulla del loro pensiero, io la notte prima della gara ho il diritto sacrosanto di dormire non di prestarmi a biechi esperimenti. In queste cose mostrano tutta la loro miopia. Sono persone che dovrebbero fare il nostro bene, non produrre danni e pensieri negativi. Dovrebbero ascoltare le nostre esigenze, non imporre le loro credenze. La mia idea è che senza i dirigenti gli atleti esistono, viceversa senza atleti i dirigenti non sono nulla. Ma ciò non è chiaro. O almeno così sembra. Finché le cose andranno avanti così, non mi sentirò obbligato di dovere garantire nulla a nessuno. Per questo ribadisco di nuovo in questa sede che sarò presente al Mondiale non per onorare la maglia azzurra, ma per provare a dare una gioia a tutte le persone che mi vogliono bene e che credono in me e nei miei sacrifici. Non conterà il risultato, non sarà così importante. Ciò a cui aspiro è una felicità fatta di serenità e di tranquillità con il prossimo e con me stesso. Non devo dimostrare nulla a nessuno, tanto meno a me stesso o alle persone care. Le motivazioni non sono i dirigenti, né la squadra italiana. L’obiettivo è provarci, ancora una volta, con tutto me stesso.
domenica 7 settembre 2008
Dalla parte altrui

giovedì 4 settembre 2008
Vacanze finite

martedì 26 agosto 2008
Nessuna garanzia
Per fortuna anche questa è fatta. Il lungo di 4 ore è alle spalle e posso tirare un bel sospiro di sollievo. Non nascondo che quando devo affrontare siffatti allenamenti la testa incomincia a sentirne il pensiero già diversi giorni prima. Non sono i ritmi a far paura, ovviamente, ma il timore è legato piuttosto al tanto tempo da trascorrere sulle proprie gambe con il rischio di crisi, sofferenze e dolori vari. Per fortuna però stavolta le cose non sono andate così come potevo immaginare. Le sensazioni sono state buone e sono venuti fuori la bellezza di 59,05 km con una media di 4’03”9 al km. Un passaggio alla maratona intorno alle 2h53’30” e soprattutto un passaggio alle 3h30’ più veloce di circa 200 m rispetto al lungo precedente. Rimango quasi stupito dalla condizione che sto riguadagnando. È stato strano, ma piacevole, avere “difficoltà” a correre sciolto nelle prime due ore (la sensazione era di stare correndo a 3’50” mentre l’orologio diceva 4’05”) e successivamente, quanto credevo che sarei entrato in crisi, ho invece incominciato a correre più facile (credevo di correre a 4’05” invece l’orologio diceva 3’50”/3’55”). Inoltre anche la testa ha reagito bene. Non ho avvertito la voglia di chiudere il prima possibile l’allenamento, ma ho corso con tranquillità, senza strafare e cercando le buone sensazioni. Che devo dire? Meglio così, anche se ripeto che all’8 di novembre manca ancora molto, forse troppo e stare bene oggi è positivo, ma non è garanzia di nulla.


lunedì 25 agosto 2008
Il bello dello sport e non solo
Non sono scomparso dalla circolazione, né tanto meno sono andato in vacanza. Ho semplicemente avuto un fine settimana un po’ impegnato e quindi non ho trovato il modo di aggiornare il mio blog. Come vanno gli allenamenti? Diciamo bene, senza troppi alti né bassi, ma comunque in modo soddisfacente. Riuscire a correre con continuità senza troppi problemi e riuscendo a portare a termine i lavori con moderato successo è già un bel risultato. Forse in questo ciò che mi ha dato di più conforto è stato il fatto di seguire quotidianamente le gesta degli atleti alle Olimpiadi, le loro fatiche, i loro successi e le loro sconfitte. Ho seguito con particolare passioni gli impegni a me più vicini, la Maratona e la 50 km di marcia. Due gare strabilianti. La prima per i ritmi con cui è stata corsa e vinta, la seconda non solo per questo ma, anche e soprattutto, perché ha portato alla vittoria uno splendido italiano, Alex Schwazer. La cosa che mi ha impressionato di più è stata la determinazione dell’atleta e la sicurezza che ha mostrato in ogni fase della gara. Il suo successo è stato il successo di chi aveva come unico scopo quello di vincere. Ogni altro risultato sarebbe valso una sconfitta. E la “semplicità” che ha mostrato nel cogliere questo obiettivo è stata sbalorditiva e nello stesso tempo uno splendido esempio da seguire. Mi rendo conto che arrivare a quello stato mentale non è cosa da poco e lo si può fare se si è certi di avere due gambe instancabili, un cuore grande così ed un cervello da utilizzare bene. Cioè se si ha la certezza che madre natura ha regalato a te qualcosa di formidabile e di non comune. Certo avere i mezzi non è tutto, ma è comunque qualcosa di indispensabile soprattutto in determinate discipline. Ma attenzione, non è vero che con la determinazione si riesce comunque ad ottenere qualsiasi obiettivo. Il messaggio che ci lancia la televisione è questo. La storia, per fortuna o purtroppo, la fanno i vincitori e non i vinti. Davanti alle telecamere a raccontare le imprese fatte vanno coloro che portano le medaglie al collo, non quelli che le medaglie le hanno solo potute sognare. Per uno che vince, ce ne sono migliaia che perdono. Colui che vince è stato sicuramente il più bravo, il più forte, il più fortunato, ma non è detto che sia stato il più deciso, che abbia profuso il maggiore impegno o che abbia fatto tutto quello che era nelle sue possibilità. Ma così è ed il bello della vita e dello sport è tutto qui. Tornando ai miei allenamenti ne ho fatti due. Il primo sono state delle salite di 1000 m da ripetere 5 volte con un 3000 finale. Il secondo un fartlek da 120’ corso un minuto forte uno piano. I risultati, soprattutto per il secondo, sono stati buoni. Per quanto riguarda il futuro domani mi aspetta un bel lungo di 4 ore. Per il momento l’unica cosa che posso fare è incrociare le dita.


sabato 16 agosto 2008
Una bella passeggiata di 51,2 km
Ho provato anche a fare la danza della pioggia, ma dal cielo non sono venute giù che poche gocce. Del resto non sono un bravo ballerino e l’addetto alle cattive condizioni meteo non ha voluto esaudire la mia richiesta. In compenso, però, deve aver piovuto altrove e comunque molto vicino alle mie parti. Inoltre il tempo nuvoloso ha favorito lo stabilizzarsi, nella giornata di oggi, di un clima mite e per niente afoso. Questo ha reso più facile ed agevole la mia corsa di 3h30’. Infatti nella giornata odierna questo era quello che prevedeva il programma, un bel lungo da correre a ritmi vicini a quelli di una 100 km. Certo riuscire nell’impresa non era facile, soprattutto riuscire a portare un ritmo così elevato per tutto il tragitto. Ma posso dire di essere comunque soddisfatto in quanto per buona parte dell’allenamento ho portato buone andature. L’aspetto più positivo è che ho corso 51,2 km con un ritmo medio di 4’06”1, mostrando soprattutto nelle prime tre ore una buona freschezza sia mentale che fisica. L’ultima mezzora, è stata di contro, leggermente più difficile. Ma comunque buona ed i ritmi degli ultimi chilometri, a 3’50”/km, lo dimostrano ampiamente. Andiamo avanti così


giovedì 14 agosto 2008
Marco: Atleta "Rock"
La giornata di ieri, dopo l’allenamento progressivo di 15 km, è proseguita per me in un modo davvero particolare e speciale. È capitato qualcosa estremamente piacevole e non così frequente: una bellissima premiazione, riconoscimento per le mie gesta sportive, che ha avuto luogo nell’ambito del Festival musicale “Rock & Blues” organizzato dall’Associazione sublacense “The Band”. Devo per questo dire grazie agli organizzatori, in primis a Dario Scifoni patron della serata, e all’amico (nonché ex sindaco di Subiaco) Franco Lando. Sono stati loro a voler inserire questa iniziativa tra le note delle chitarre rockettare. Insieme a me hanno trovato posto sul palco altri due sportivi sublacensi, il fondista Valerio Checchi e la campionessa di corsa orientamento Maria Novella Sbaraglia. Nei pochi, ma preziosi, minuti che ci sono stati regalati abbiamo parlato del rapporto sport-doping-droga nel mondo giovanile, mettendo in evidenza come lo sport possa e debba essere vissuto dai ragazzi come una scuola di vita ed un’occasione per tirarsi fuori da giri strani, ma che non deve assolutamente condurre all’uso di sostanze dopanti. Il paradosso più brutto è che la pratica sportiva può salvare dal mondo della droga, ma poi portare al doping. Il doping è e rimarrà per sempre l’aspetto più negativo dello sport, una mancanza di rispetto verso il prossimo e soprattutto verso se stessi. L’augurio è che tutti i presenti, genitori e figli, abbiano compreso l’importanza dell’attività fisica come mezzo educativo sia per il fisico che per la mente.

Speriamo che piova...
Proseguono gli allenamenti alla ricerca di una condizione che possa definirsi soddisfacente. Nonostante il caldo continui a farsi sentire e si mostri come un vero rivale da superare e sconfiggere, la mia marcia di avvicinamento al Mondiale di 100 km non vuole arrestarsi. Così nella serata di ieri, nonostante i 30°C e la forte umidità, ho deciso di fare un nuovo allenamento tirato. Le sensazioni del pomeriggio non erano affatto buone, così come la sicurezza di potercela fare. Mi sentivo piuttosto spossato e con le gambe strane. L’allenamento prevedeva una progressione di 15 km da svolgere nel seguente modo: 5 km a 3’45” + 4 km a 3’35” + 3 km a 3’25” + 2 km a 3’15” + 1 km a 3’05”. Credo che vedendo i tempi non possa affatto lamentarmi e l’unico neo negativo possa essere considerato il mille finale in cui non sono riuscito a portare i ritmi prestabiliti. Ma credo anche che questo sia il male minore, partendo dal presupposto che le mie gambe è un po’ di tempo che non riescono a girare quanto si tratta di correre a ritmi piuttosto elevati. Il crono complessivo finale è stato di 52’32” con una media di 3’30”/km. Il prossimo impegno sarà un lungo di 3h30’ da correre a ritmo gara della 100 km o giù di lì. Speriamo che piova…

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