Non sono scomparso dalla circolazione, né tanto meno sono andato in vacanza. Ho semplicemente avuto un fine settimana un po’ impegnato e quindi non ho trovato il modo di aggiornare il mio blog. Come vanno gli allenamenti? Diciamo bene, senza troppi alti né bassi, ma comunque in modo soddisfacente. Riuscire a correre con continuità senza troppi problemi e riuscendo a portare a termine i lavori con moderato successo è già un bel risultato. Forse in questo ciò che mi ha dato di più conforto è stato il fatto di seguire quotidianamente le gesta degli atleti alle Olimpiadi, le loro fatiche, i loro successi e le loro sconfitte. Ho seguito con particolare passioni gli impegni a me più vicini, la Maratona e la 50 km di marcia. Due gare strabilianti. La prima per i ritmi con cui è stata corsa e vinta, la seconda non solo per questo ma, anche e soprattutto, perché ha portato alla vittoria uno splendido italiano, Alex Schwazer. La cosa che mi ha impressionato di più è stata la determinazione dell’atleta e la sicurezza che ha mostrato in ogni fase della gara. Il suo successo è stato il successo di chi aveva come unico scopo quello di vincere. Ogni altro risultato sarebbe valso una sconfitta. E la “semplicità” che ha mostrato nel cogliere questo obiettivo è stata sbalorditiva e nello stesso tempo uno splendido esempio da seguire. Mi rendo conto che arrivare a quello stato mentale non è cosa da poco e lo si può fare se si è certi di avere due gambe instancabili, un cuore grande così ed un cervello da utilizzare bene. Cioè se si ha la certezza che madre natura ha regalato a te qualcosa di formidabile e di non comune. Certo avere i mezzi non è tutto, ma è comunque qualcosa di indispensabile soprattutto in determinate discipline. Ma attenzione, non è vero che con la determinazione si riesce comunque ad ottenere qualsiasi obiettivo. Il messaggio che ci lancia la televisione è questo. La storia, per fortuna o purtroppo, la fanno i vincitori e non i vinti. Davanti alle telecamere a raccontare le imprese fatte vanno coloro che portano le medaglie al collo, non quelli che le medaglie le hanno solo potute sognare. Per uno che vince, ce ne sono migliaia che perdono. Colui che vince è stato sicuramente il più bravo, il più forte, il più fortunato, ma non è detto che sia stato il più deciso, che abbia profuso il maggiore impegno o che abbia fatto tutto quello che era nelle sue possibilità. Ma così è ed il bello della vita e dello sport è tutto qui. Tornando ai miei allenamenti ne ho fatti due. Il primo sono state delle salite di 1000 m da ripetere 5 volte con un 3000 finale. Il secondo un fartlek da 120’ corso un minuto forte uno piano. I risultati, soprattutto per il secondo, sono stati buoni. Per quanto riguarda il futuro domani mi aspetta un bel lungo di 4 ore. Per il momento l’unica cosa che posso fare è incrociare le dita.
lunedì 25 agosto 2008
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