L'immagine a fianco mostra la copertina del trimestrale Vai del giugno 2005. Gli autori in maniera inconsapevole misero sulla prima pagina l'immagine di Valerio Checchi in azione con la tuta della nazionale e la mia alla Pistoia-Abetone. Fu davvero una bella sorpresa ed un bel regalo.
Quello che segue è invece un articolo tratto dal quotiadiano Il Tempo.
«È stata un'emozione incredibile - racconta il campione sublacense - fatico ancora a rendermi conto dell'impresa che ho realizzato». Ma a Subiaco hanno realizzato subito: sotto il pennone del municipio che già accolse il ritorno «mundial» di Ciccio Graziani nel lontano 1982 è già stato issato un megastriscione dove campeggia il volto sorridente del fondista ventisettenne cresciuto nel «Gruppo Sciatori» e già nella città della Valle dell'Aniene fervono i preparativi per la festa che lo aspetta al suo rientro a casa. «Stavolta brinderà anche lui, che dopo le Olimpiadi di Torino tornò invece deluso - commenta Olimpia, cugina dell'atleta - ma quand'è partito per il Canada l'abbiamo visto bello carico. E finalmente sono arrivati i risultati dei tanti sacrifici di chi vive e si allena lontano da casa, proprio lui che è molto attaccato alle sue radici. A maggio - aggiunge - tornerà per sposarsi: questo è proprio il suo anno». «Sì, ha fatto il grande salto, ma ha ancora margini di miglioramento perché lui sinora non ha mai dato tutto», conferma Carlo Petrini, uno Valerio Checchi lo conosce bene. L'allenatore federale, altro sublacense nello staff tecnico del fondo azzurro (è il responsabile del gruppo maschile Vancouver 2010), lo ha seguito dagli esordi sulle piste di Monte Livata fino agli allievi. «Ora anche le classifiche dicono che, tra i più giovani, è il fondista più forte del mondo. È il nostro futuro, e infatti tutta la squadra punta su di lui per le prossime Olimpiadi. Torino era ancora troppo presto per Valerio, e ora che è cresciuto molto anche dal punto di vista psicologico può inanellare i risultati che merita». «Ed è solo l'inizio», esulta Marco D'Innocenti, ex compagno nel Gruppo Sciatori di Subiaco, ora maratoneta di punta tra gli azzurri della cento chilometri. Lui a settembre è stato fermato solo da una contrattura a pochi passi dal podio mondiale in Olanda: «Valerio fortunatamente è riuscito ad arrivare sino in fondo e sono strafelice per lui».
Nessun commento:
Posta un commento