venerdì 28 marzo 2008

www.justgiving.com/richardwhitehead08 di Mauro Firmani

Carissimo Marco, eccomi qui, dopo la mia prima e-mail di dicembre, a dare seguito a quella bellissima e incredibile emozione che mi ha procurato, anzi ci ha procurato, visto che parlerò anche a nome di Gianluca, mio amico-compagno d'avventura, correre con e per Richard Whitehead. Ho riflettuto un po’ prima di decidermi a scriverti, essenzialmente per due motivi, mentre il primo è stato quasi subito superato, avevo paura si potessero fraintendere queste righe con il voler essere ancora presente...e il secondo non ancora risolto invece perchè mi è veramente difficile descrivere a parole tutte le emozioni provate in questo periodo, non soltanto nel giorno della gara. Del resto come è possibile descrivere l'emozione nel ricevere, mentre si fanno gli ultimi regali natalizi, la telefonata di un amico che in quel momento rappresenta la Maratona di Roma e ti chiede di fare il pacer ad un ragazzo disabile, bi-amputato, per cercare di battere il suo record personale e record del mondo? Come è possibile descrivere l'emozione di dover scegliere un compagno fra tanti amici che lo avrebbero meritato? Come è possibile descrivere l'emozione nel sapere che una scolaresca, per merito di una grande professoressa, sta facendo una ricerca proprio su quell'atleta che tu dovrai scortare per 42 Km? E che tu grazie alla sensibilità di quell'amico che ti aveva chiamato riesci a far incontrare la scolaresca con l'atleta? Come si può descrivere l'emozione nel vedere che a tale incontro abbiano voluto partecipare, anche a costo di sacrifici, alcuni tuoi amici-compagni di società? Come è possibile descrivere l'emozione degli allenamenti fatti con i compagni parlando di quello che ti aspetterà? Come si può descrivere l'emozione di correre sul tapis-roulant a migliaia di km da casa 3 giorni prima della gara e piangere "soltanto" pensando e focalizzando il momento in cui si sarebbe tagliato il traguardo con quell'atleta? Come è possibile descrivere l'emozione nel vedere il viso della persona più abituata ai pacer e alle loro emozioni bagnarsi di lacrime mentre ti ascolta descrivere il tuo stato d'animo all'expo della maratona? Come è possibile descrivere l'emozione di arrivare alla partenza dopo l'ennesima notte troppo corta, 3 ore la media dell'ultima settimana, avere accanto Richard, Gianluca, il pacer designato, e dietro l'amico che in un recente passato ti ha prestato le sue carrozzine per "correre" le ultime due maratone del Brevetto dei Nobili della rivista Marathon? E l'emozione di sentire in quel contesto la musica di Momenti di gloria e avere le lacrime sul viso? E quella delle centinaia di maratoneti che una volta raggiuntici continuavano a dimostrare il loro affetto e partecipazione tutti almeno con un gesto o una parola? E l'emozione di vedere Richard con grandissima forza rispondere a tutti, maratoneti e spettatori sorpreso anche lui della sua fama? E come è possibile descrivere l'emozione nel vedere i tuoi compagni di squadra così coinvolti, partecipi e forse orgogliosi prima e durante la gara, anche chi non ha potuto gareggiare, ma forse proprio per questo anche più importante? E l'emozione di sentire boati ad ogni piazza che i top atleti si sognano, fino a quello incredibile di piazza Venezia del 35 km, forse da me vissuto e sentito in maniera particolare perchè arricchito dal sorriso e dalle urla delle mie 3 donne? E come è possibile descrivere l'emozione nel sentire che il tuo amico pacer ti sta per abbandonare sfinito, provato dal peso di tutto questo e dal suo gran lavoro al 40° km e non poter rallentare perchè a quel punto il record era a portata di mano, anche grazie a lui, e sempre più incredibile? E l'emozione di arrivare ai Fori Imperiali e tagliare quel traguardo tanto sognato, baciare in fronte quel grande uomo e mettergli, come doveroso e mia usanza quando sono pacer, la medaglia al collo? E l'emozione di assistere alla sua intervista, di essere intervistato a mia volta, e sentire l'acqua gelida di una intera bottiglietta che grazie a Richard mi colava in testa? E l'emozione di vedere la sera, dopo aver ricevuto decine di messaggi, telefonate e attestati di stima, la propria intervista al TG1 dopo un servizio molto bello su Richard, l'eroe di giornata? E l'emozione di vedere i propri familiari piangere con te nel leggere alcune e-mail ricevute dalle tante belle persone di cui sono fortunato e orgoglioso amico? Come vedi caro Marco non è molto semplice descrivere tutto questo, forse ci sono riuscito ugualmente dando questi "flash" che ho facilmente tirato fuori dalla mia mente e dal mio cuore, che come dice Gianluca, non abbiamo bisogno neanche delle foto ,e dove rimarranno indelebili per sempre. Oltre tutto questo rimane però anche il rammarico, testimonianza comunque della grandezza del vissuto, che nessuna altra gara mai ci potrà coinvolgere e travolgere come ha fatto questa. Marco un grandissimo grazie per il tempo che mi hai dedicato, per le tue belle parole e per la stima che mi hai dimostrato, qualche lacrima era anche per questo Mauro P.S.: Dimenticavo forse la cosa più importante, Richard è testimonial di una raccolta benefica a favore di una fondazione che aiuta i familiari dei malati di cancro, quindi se qualcuno volesse dimostrare la propria ammirazione verso questo grande ragazzo dopo averlo fatto domenica a voce, lo può continuare a fare andando sul sito www.justgiving.com/richardwhitehead08, grazie Mauro


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