venerdì 14 novembre 2008
Con un pò di nostalgia
L’ultima volta che ho indossato le scarpe per correre è stato sabato scorso. Da quel giorno ancora non ho ripreso gli allenamenti e mi sto godendo il meritato riposo. Devo essere sincero, viste le esperienze precedenti, ero fermamente convinto che il mio corpo uscisse dalla gara quasi devastato, con forti dolori sulle gambe, sulla schiena e difficoltà a fare piccoli movimenti. Certamente in parte lo è stato, ma meno delle altre volte e, se si escludono i forti fastidi che ho avuto alle unghie dei piedi, posso affermare che tutto sommato non sto poi così male. Nonostante tutto ancora non ho ripreso gli allenamenti e molto probabilmente lo farò solo a partire dal prossimo week end. Di certo sarà un impegno molto limitato e blando cercando di riassaporare fino in fondo il piacere della corsa, quel gusto che di fronte ad un evento importante a volte non si può perseguire. Gli allenamenti impegnativi sono decisivi e per questo bisogna affrontarli con la giusta dedizione e convinzione. È inevitabile quindi che l’approccio allo sport assuma un significato diverso dal puro divertimento e sfoci in ambiti fonte di stress. Ma credo che questo faccia parte dei giochi e quindi da accettare. Quanto all’aspetto più propriamente mentale, mi trovo un po’ nella stessa condizione di quella fisica. Ma questo c’era da attenderselo. È risaputo un po’ da tutti quelli che praticano sport agonistico, e comunque immaginabile anche dagli altri, che un risultato positivo da una spinta non indifferente al morale e porta la mente a cercare nuove soddisfazioni provando ad investire risorse inesplorate e inutilizzate negli impegni precedenti. Così la fantasia e l’immaginazione hanno la possibilità di avere libero sfogo ed arrivare in spazi e tempi non immaginabili. Ed il bello è tutto lì. Un’ultima cosa: ho avuto modo già di dire che il risultato cronometrico, così come la posizione ottenuta in gara, hanno un significato che poco conta. Il piacere più grande è legato alle emozioni ed alle sensazioni vissute che nel tempo lasceranno posto alle rievocazioni. Credo che tra qualche anno sarà strabiliante aprire e sfogliare l’album dei ricordi e sorridere di gioia ripensando a questi momenti. Il tutto lo si farà nella piena consapevolezza di averli vissuti intensamente ed in prima persona, succhiandone il gusto più profondo fino all’ultima goccia ed avendone assaporato la parte più dolce, ma proprio per questo con un po’ di nostalgia.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
3 commenti:
ciao marco. scusa se mi permetto di usare il tuo blog per commentare un'articolo scritto su podisti.net a firma della signora natalina masiero. non conosco personalmente questa ...signora e non so da dove viene ma non condivido assolutamente il suo pensiero sulle persone di roma pur elogiando la manifestazione 100 km. degli etruschi. io vivo a terni ma ho diversi parenti a roma e provincia e la maleducazione che dice lei non la vedo tranne che in rari casi. ricordo solo che quello che succede alla maratona di milano e in diverse maratone di altre zone dove l'insofferenza e a volte la maleducazione hanno il sopravvento sullo sport nella quasi totalità delle gare disputate qui da noi ciò non succede anzi c'è sempre una gran partecipazione di pubblico quindi mi sembra che questo discredito verso il popolo romano mi sembra un luogo comune. ps. non credete a ciò che dico? provate a venire a correre da queste parti e vi ricrederete. scusa di nuovo marco ma mi sembrava cosa dovuta. ciao marco favorito.
marco favorito, sei stato troppo buono con la masiero. è di padova. nel suo articolo ripete sempre "i romani", come se stesse parlando di un'altra specie biologica. si esprime in termini chiaramente razzisti. il basso quoziente intellettivo non ha campanile e l'arterosclerosi, evidentemente, può colpire anche i centochilometristi. comunque avevo già trovato, qua e là sui blog dei runners, frasi antiromane. luciano er califfo.
Condivido quanto da te scritto perchè anche a me succede ,dopo il ritorno a casa da una gara magari impegnativa come l'Ironman dove devi soffrire magari per 12 ore,d'avere sensazioni nostalgiche mentre con vari "flashback" ripercorro i momenti salienti della prova.Per fortuna che gareggio spesso cosi posso rifarmi subito e vincere la malinconia dell'inattività..:-)i complimenti per la bella prova te li rinnovo anche se già fatti sul posto.
Posta un commento