venerdì 13 giugno 2008

Monza - Resegone

Strano destino quello del podista. Lotta e combatte da solo, perde e vince da solo, “Nasce e muore da solo”. La sua fortuna e anche la sua sfiga più grande. Può esultare per la vittoria più bella o disperarsi per la sconfitta più brutta, ma sempre e comunque da solo. Chi gli è a fianco, sia egli il suo più grande amico o l’amore della sua vita, non può essere parte del suo sentire, delle sue emozioni, delle sue passioni. Sarà sempre un vicino lontano. Nello sport di squadra si hanno e si vivono momenti differenti, fatti, al massimo, di solitudine accompagnata. Si può rimanere soli, ma sempre e comunque all’interno di una squadra. Si gioisce e si piange tutti quanti insieme. E il gioco del singolo, per fortuna o purtroppo, può diventare e decidere il gioco di tutti. Il podista è e rimane un solitario, per scelta o per destino. Sempre, o quasi. Capita infatti a volte, molto raramente, di poter provare un’emozione diversa, atipica, strana, ma per questo più esaltante. Poter correre a fianco di un altro atleta senza che questi sia un rivale, ma un amico da sostenere ed incoraggiare. Perché è anche dal suo risultato che dipende il tuo. È quello che succederà sabato 21 giugno alla Monza-Resegone, gara di 42 km circa che si corre a squadra, a tutti coloro che avranno la fortuna di parteciparvi. Non sarà una staffetta, ma una cronometro per team. Ogni equipe, formata da tre componenti, prenderà il via singolarmente. Le partenze avverranno ogni 30”. Un po’ come capita nei grandi giri a tappe del ciclismo. Ed anch’io sarò tra i fortunati. Soprattutto perché avrò la possibilità di correre in compagnia di due grandi amici, Mario Fattore e Lorenzo Trincheri. Sarà un’esperienza unica e bellissima, soprattutto nell’ultimo tratto del percorso quando si dovrà scalare, mani e piedi, immersi nella notte, il monte Resegone illuminato unicamente dalle torce predisposte lungo i sentieri dagli organizzatori. Arrivare al Rifugio degli Alpini sarà un’esaltante avventura, così come, dopo la gara, riscendere lungo i pendii della montagna ascoltando i rumori della natura e osservando l’imminente alba.

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