martedì 3 giugno 2008

Questa è la mia sfida!

Finalmente trovo il tempo per scrivere qualcosa su quello che è stato, o meglio non è stato, il mio Passatore. Non so bene come cominciare e soprattutto cosa è giusto scrivere o, quantomeno, cosa sia più giusto mettere in evidenza. Proverò a mettere insieme un po’ di parole nel caos della mia mente e delle mie sensazioni. Impresa ardua. L’impressione è la stessa che provavo quando al liceo dovevo fare i temi di italiano. Mi capitava spesso di dare inizio al mio racconto senza sapere bene dove andare a parare, quali sarebbero stati i pensieri espressi e se la mia opinione sarebbe stata “A” o “Z”. Il bello è che alla fine riuscivo comunque a scrivere qualcosa di sensato o, perlomeno, qualcosa che a me pareva tale. Tornando alla gara posso dire quello che è stato dal punto di vista tecnico. Partenza tranquilla intorno ai 4’ al km in compagnia di Giorgio Calcaterra. Stranamente e contrariamente a quanto avrei pensato le gambe sono leggerissime e correre lungo la salita di Fiesole è quasi un piacere. Inoltre il clima mite ed il leggero vento rendono la corsa più agevole. Questo fino al 25esimo km. Poi l’allungo di Giorgio in discesa ed io rimango solo. Meglio così, in modo da poter gestire il mio ritmo a piacimento. Discesa verso Borgo San Lorenzo ed inizio dei problemi, non muscolari, ma di affaticamento. Finalmente inizio della salita verso la Colla. A quel punto le sensazioni incominciano a trasformarsi in neri pensieri. Le gambe diventano macigni da sollevare ed il ritmo si fa più pesante. Vedo il cartello del 40esimo km e, nonostante la seconda posizione ed un passaggio di tutto rispetto in 2h40’ circa, decido di fermarmi. I miei accompagnatori (Gian Luca, Serena, Gianni e Giovanni) mi pregano di ripensarci e provare ad andare avanti. Faccio un ulteriore sforzo, ma la sorte della gara è decisa. Al cartello della maratona tiro i remi in barca e salgo sulla macchina. Il mio Passatore finisce qua. Senza possibilità di ripensamenti e senza rammarichi. La delusione non è sul mio volto, ma su quella di chi mi è vicino. Lo stupore è degli amici corridori che passando mi vedono fermo sul lato della strada. Tutti mi chiedono il perché e tutti mi incitano a ripensarci. Impossibile. La decisione è presa ed è irremovibile. Per quale motivo? Perché non provare ad andare avanti quando le gambe non sono ancora morte e c’è la possibilità che la crisi passi a breve? E soprattutto perché non arrivare almeno sul tratto in discesa per capire davvero se non si può arrivare a Faenza? Conosco la 100 km troppo bene. Così come conosco la fatica e le mie gambe. Inoltre so bene cosa significhi preparare una gara del genere e cosa voglia dire essere preparati fisicamente. Lo avevo preannunciato. La mia condizione non è affatto buona e gli allenamenti sono stati pochi e modesti. Troppi sono stati gli impegni durante la prima parte del 2008. In primis i lavori per la mia nuova casa. So bene che per correre forte ci vogliono fatica, dedizione ed impegno. Nonostante la mia volontà non sono riuscito a fare quello che era dovuto. Non si può pensare di correre una 100 km facendo 70-80 km a settimana. Le gambe non hanno la capacità per reggere uno sforzo tale. E forzare la mano significa solamente arrivare al massacro. Magari giungendo anche a Faenza, ma a quale condizione e a quale prezzo? La 100 km così come la corsa è per me solo ed esclusivamente un bel gioco e tale deve rimanere. C’è poi da aggiungere un altro fattore. Mi rendo conto che le gare di questo livello portano presto ad un esaurimento delle energie mentali. Tutto bene finché si è alle prime esperienze o la condizione fisica è buona. Ma nel momento in cui l’esperienza incomincia a diventare troppa e le gambe non ti sopportano più come dovrebbero, allora correre con la testa diventa davvero difficile. E’ più facile e giustificabile mollare, gettare la spugna, ritirarsi. Almeno per me. Comunque aldilà di ogni cosa e di ogni considerazione restano i fatti. La storia la si scrive correndo, non pensando a come si sarebbe potuto correre. Ma in ogni situazione bisogna aver la forza di trovare l’aspetto positivo. L’elemento al quale agganciarsi per ripartire, senza del quale tutto finisce. Tutto si perde e si disperde. L’obiettivo principale l’ho detto ad inizio anno era e resta il mondiale di 100 km a Tarquinia. Per quell’appuntamento, imprevisti a parte, cercherò con la massima determinazione di essere al top per vivere la gara come una forte emozione da non dimenticare. Per far questo occorre una sola cosa, ritrovare il tempo ed il modo di tornare ad allenarsi con criterio. Inizierò da domani. Questa è la mia sfida. Questo il mio destino. Questo il mio futuro.

11 commenti:

giampytec ha detto...

La tua onestà intellettuale ti fa onore, insieme alla tua capacità non comune di ammettere la sconfitta. Sono orgoglioso che sei dei nostri!!
A Tarquinia Marco D'Innocenti e Andrea Rigo avranno un tifo stellare, l'operazione "blogtrotters ai campionati del mondo " è appena cominciata!!
Un abbraccio e a presto.

Anonimo ha detto...

Ciao campione,resti grande lo stesso.La prossima volta andrà sicuramente meglio.Un saluto carissimo,Umberto.

graziano ha detto...

Caro Campione,con questo tuo scritto ci hai dimostrato il lato umano della tua grandezza.Ti capisco perché anch'io a Borgo S.Lorenzo ho dovuto tirare i remi in barca,la causa é stata la febbre che tra mercoledi e giovedi,con problemi intestinali, mi aveva messo a terra.Sono tranquillo e non arrabbiato proprio come te e sicuramente da questo ritiro ritroveremo la forza per andare ancora più forti.Un forte abbraccio Campione.

Andreadicorsa ha detto...

Non ho parole per dirti quanto mi dispiace, so che ti riprenderai prestissimo perchè sei il numero 1!

Anonimo ha detto...

Sapere all'arrivo di una gara massacrante,di un calvario come è stato per noi,del tuo ritiro è stato un colpo al cuore, anche perchè a Brisighella ci avevano dato come ordine di arrivo il tuo secondo posto con 6h49...non ti puoi immaginare come questo ci abbia rallegrato e reso gli ultimi km meno pesanti,poi l'amara verità...Volevo chiamarti, diverse volte ho preso il telefono e poi ho desistito,non per mancanza di coraggio,ma soltanto per rispetto,per lasciarti alle tue riflessioni, che come ti dice Giampiero ti fanno onore.Ti ho visto e sentito poco sicuro già in partenza e questo sicuramente ha influenzato le tue sensazioni, ma nessuno ti conosce meglio di te stesso, forse hai fatto bene per non pregiudicare quello che è e sarà l'appuntamento dell'anno, quindi Campione su con il morale e via con gli allenamenti e la determinazione, tira fuori gli appunti degli allenamenti fatti lo scorso anno per Winschoten e sono sicuro che non mi farai rimpiangere di non essere andato ad Atene...un grandissimo abbraccio mauro

monica ha detto...

e' dispiaciuto a tutti del tuo ritiro anche a noi espatriati in irlanda che abbiamo seguito il passatore su internet e sms. ma ci vuole coraggio anche per prendere una decisione del genere. conosci te stesso e agisci di conseguenza. la tua integrita' ti fa onore e sono sicura che e' solo un momento. passera'. nel frattempo sappi che ti pensiamo e ti appoggiamo e aspettiamo tue notizie.
un abbraccio dalla grigia dublino e chissa' ... se simone si decide a farla nel 2009 ci vede li!

franchino ha detto...

Ciao Marco, io credo che nessuno sia deluso dal tuo ritiro. Chi corre sà cosa racchiude la sola parola "Passatore". A me è solo dispiaciuto perchè non sei riuscito a raggiungere il tuo obiettivo, ma dai post che hai scritto credo di capire che hai già metabolizzato il tutto e che sei già pronto per la prossima avventura! Ciao!

Anonimo ha detto...

con 70-80km a settimana non é semplice arrivare ben preparato anche per una maratona, figuriamoci per una 100km!!!
Comunque essere cosi lucido nel capire i motivi di un passo falso, anche se come tu stesso scrivi, prevedibile, é il modo migliore per rifondarea la preparazione per la prossima sfida.
Sei semplicemente piú forte e piú pronto per la prossima preparazione di una 100km.

sono gia' pronto a tifare per Tarquinia!

Marco D'Innocenti ha detto...

Caro Simone, purtroppo o per fortuna, non sono un professionista della corsa e quindi ho dovuto dare priorità ad altre cose al momento sicuramente più importanti. Spero davvero di poter recuperare i km persi quest'estate. Grazie in anticipo per il tifo a Tarquinia, ti giuro che ce la metterò tutta. Un caro saluto

Anonimo ha detto...

Ciao Marco,
come dici tu purtroppo o per fortuna per campare devi fare altro .. ti auguro che finendo di sistemare la casa tu possa fare la preparazione che hai in mente ...
ma vedo dai post piú recenti che ti stai giá rigenerando e ripartendo alla grande!!!

bene, non mancheró di seguire i tuoi progressi qui sul blog,
a presto,
spero di poterti conoscere di persona, prima o poi, in occasione di una maratona ... io ancora le 100km le sogno e basta ;)

Marco D'Innocenti ha detto...

Caro Simone, è davvero una fortuna non dover contare solo sull'atletica per campare. Quando avevo 20 anni e qualche speranza in più di poter fare la carriera da professionista, più di qualche persona (non in famiglia) spingeva perchè io dessi la priorità allo sport piuttosto che allo studio. Fortunatamente ho ascoltato la mia testa, piuttosto che la loro. Oggi mi ritrovo la ricchezza di un lavoro che mi dà mille soddisfazioni e mi lascia il tempo per poter correre. Certo i sacrifici sono comunque tanti, ma continuo a farli con estremo piacere. Soprattutto se l'obiettivo è importante come il mondiale di 100 km che si tiene in Italia. In questi giorni sto cercando di recuperare il tempo perduto questo inverno. Per il momento le cose vanno piuttosto bene, speriamo continui così. Spero davvero anch'io di poterti conoscere. Un abbraccio ed un caro saluto