mercoledì 25 giugno 2008
Una nuova storia da raccontare
Non sono di certo uno scrittore, forse un narratore delle mie emozioni. Anche se descrivere cosa è e cosa è stata la Monza Resegone è un po’ come correrla, un’impresa alquanto dura ed emozionante. I motivi sono mille, forse più. Proverò a sintetizzarli in tre, quelli, a parer mio, più importanti. Il primo, quello storico. La Monza Resegone è una classica giunta oramai alla 48esima edizione. Fatta da alpini per gente che anche solo per un giorno vuole provare a sentirsi tale, almeno nello spirito. Si torna indietro nel tempo, ai tempi delle grandi guerre mondiali. La storia la vivi e la senti dentro guardandoti attorno e parlando con chi l’ha vissuta davvero. Il secondo, legato all’avventura. Si corre di notte, scalando e arrampicandosi su un monte, illuminato solo ed esclusivamente dalle poche lampade predisposte dall’organizzazione e dalla propria lampadina frontale. La sfida è arrivare alla capanna, il rifugio degli alpini monzesi. Chi è la su vi è arrivato con le proprie gambe, non esistono possibilità diverse. Riscendere poi, dopo la gara, lungo il sentiero più dolce nel cuore della notte, dove il silenzio è rotto solo ed esclusivamente dai versi e dai rumori degli animali notturni, mentre incomincia ad albeggiare, è spettacolare. Il terzo, il più sentimentale. Il podista è un animale solitario, “nasce, soffre e muore da solo”. Chi gli corre al fianco è comunque un avversario. Non sempre però. Almeno alla Monza Resegone non è così. La gara è a squadre, tre sono i componenti, in tre bisogna arrivare al traguardo. Non contano le individualità, conta solo ed esclusivamente il gruppo. Bisogna essere compatti e procedere uniti. Gli elementi più forti servono ad aiutare ed incitare quelli più deboli. La bellezza è tutta qui. Se non si comprende questo è inutile partecipare ad una gara di questo tipo. Se non si percepisce questa sensazione di appartenenza ad un gruppo, la partecipazione diventa inutile. Aldilà del risultato, del tempo cronometrico, delle sensazioni fisiche vissute. Ciò che conta è la testa e le emozioni che questa ti regala. È meraviglioso riscoprirle nel tempo e riviverle intensamente. Così è stato quest’anno per me, così lo è stato per chi con me ha corso. Due fantastici amici, due atleti spettacolari, due persone con un cuore grande così. Mario Fattore e Lorenzo Trincheri. Il primo due volte campione del mondo della 100 km, il secondo ottavo all’ultima edizione della Marathon des Sables. Non credo sia importante raccontare la gara. Dire che alla partenza non eravamo di certo tra i favoriti per la vittoria, che le squadre preposte al gradino più alto del podio erano senz’altro altre. Non ha senso parlare di tempi e passaggi, come di squadre raggiunte e superate. Non ha valore descrivere la nostra gara in rapporto a quella degli altri. La vittoria è e rimane di sicuro la ciliegina sulla torta, ma la nostra corsa è e rimane paradisiaca aldilà di tutto questo. L’orgoglio non è essere arrivati primi, ma essere arrivati. La gara non ci ha regalato un alloro in più da mostrare, ma una gara “epica” da raccontare ai nipoti quando saremo vecchi e, soprattutto, un’amicizia ancora più forte di prima. Un’unica considerazione sul primo posto, perché nasce da un sentire particolare, che spiega meglio di ogni cosa la gioia di correre in squadra. Mi è capitato altre volte di vincere gare, magari e forse anche più importanti. Ma stranamente ad una sensazione di estrema felicità se ne è sempre accompagnata una di tristezza, quasi di malinconia. È bello essere da soli sul gradino più alto del podio, ma si è soli. Tutta la contentezza è dentro di te, ma non puoi e riesci a condividerla a pieno con gli altri. Anche le persone più vicine e più care non possono in questo aiutarti. Rimangono e sono comunque distanti. La sensazione provata alla Monza Resegone è stata diversa, unica, bella. La mia gioia è stata la gioia di Mario e Lorenzo. Sembravamo tre bambini con un giocattolo nuovo in mano, con una felicità in più nel cuore, con una nuova storia da raccontare.
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8 commenti:
...tu hai un cuore grande!!!MARIOO
Caro mario, sei troppo buono con me. Grazie davvero. Un caro saluto
Complimenti Marco!
Per come hai raccontato quest'avventura anche se non l'hai raccontata, le tue parole mi hanno fatto capire ancora di più che sei una brava e bella persona.
Complimenti a tutti e tre!
Caro Master Runners, grazie a te. Sono contento di essere riuscito ad esprimere quello che ho sentito veramente durante la gara di sabato sera. L'emozione di correre in squadra è davvero molto particolare e bella. Se non si crede nel gruppo si perde la parte più emozionante dell'avventura. Grazie per i complimenti. Un caro saluto
E bravo Marco di sicuro un ottimo stimolo per il morale no?
Mi piacciono i tuoi post... se sei come scrivi sei veramente un ottima persona, sincera e trasparente...chissà che l'anno prossimo al passatore...
Caro Alvin, la Monza Resegone ci ha regalato emozioni che ci faranno bene al morale. Pensa che con Mario e Lorenzo abbiamo una cosa in comune, tutti ci siamo ritirati al Passatore di quest'anno. La vittoria ci aiuterà a pensare positivo. Per quanto riguarda i miei post non so se descrivono la mia persona per come effettivamente sono, certo è che parlano di quello che effettivamente sento e penso. Un caro saluto P.S.: L'idea del Passatore 2009 non è male...
ciao marco
scusami se ti faccio i complimenti solo adesso. la sera della monza resegone eravate nei mie pensieri. Ho gioito per la gara di mauro , felice per la tua vittora e dei tuoi compagni Lorenzo e Mario, campione del mondo 2 volte, campione nella vita e di umiltà ogni volta che si ha il piacere di incontrarlo. Un compagno di corsa qualche tempo fa mi ha scritto ''solo chi conosce l'amarezza del ritiro riesce ad apprezzare la gioia del traguardo''. a prestissimo gianluca
Caro Gianluca, grazie infinite x i complimenti. Ho avuto modo di parlare con Mauro del tuo Passatore. Nonostante tutto sei riuscito a portarlo a termine. Bravissimo. Spero che l'anno prossimo ci sia da soffrire un pò meno e che tu possa prendere parte alla Monza Resegone... ne vale davvero la pena. Un caro slauto
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